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Sanremo, che cantonata la Muti sulla cannabis

«È un discorso obsoleto legalizzare o no la cannabis, da quanto ne parliamo?», scrive Simone Feder, psicologo nelle strutture della comunità Casa del Giovane di Pavia. «Affrontiamo la questione da un altro punto di vista, ragioniamo sul fatto che non sappiamo riconoscere il disagio dei ragazzi, che facciamo fatica a leggerlo. Nessuno contesta l’uso della cannabis terapeutica. Ma non si parla di queste cose, banalizzandole, da un palcoscenico»

di Simone Feder

«Quando parlo di cannabis mi riferisco a quella legale. Non giro nel backstage rollando canne», ha dichiarato Ornella Muti co-conduttrice della prima serata del Festival di Sanremo 2022, durante la conferenza stampa che ha preceduto la prima puntata. «Spingo l’aspetto terapeutico della cannabis, non spingo assolutamente l’aspetto ludico della canna».

Mi sono chiesto se era la conferenza stampa di Sanremo il momento giusto per esprimere questa, seppur legittima, opinione. Secondo me no. Proprio oggi ho accompagnato in comunità un ragazzo di 16 anni che ha deciso di iniziare il percorso per disintossicarsi. Come addetto ai lavori a volte ti cadono le braccia.

Non si possono fare esternazioni così importanti da un palcoscenico. Le droghe, e la loro liberalizzazione, sono una questione seria. Quella che ha lanciato Ornella Muti è una bomba ad orologeria. Ha generalizzato su una questione gigantesca. Di queste questioni ovviamente si deve e si può parlare ma con gli approfondimenti che meritano.

Dobbiamo chiederci non tanto se “sì” o “no”. Ma “perché”? É un discoro obsoleto legalizzare o no la cannabis, da quanto ne parliamo? Affrontiamo la questione da un altro punto di vista, ragioniamo sul fatto che non sappiamo riconoscere il disagio dei ragazzi, che facciamo fatica a leggerlo. Ragioniamo sul fatto che fanno un utilizzo di sostanze spropositato, che hanno una carica di ostilità dentro pazzesca.

E poi oggi la differenza droghe leggere e pesanti non tiene. Gli studi scientifici dicono che la maturazione celebrale arriva a 25 anni e il consumo di cannabis in età precoce crea danni molto seri. La scienza dice che la cannabis è opportuna per curare e alleviare le sofferenze di pazienti affetti da certe patologie, allora lo Stato italiano provveda a questo bisogno.

Ma per tutto il resto concentriamoci per portare alternative alle droga per i giovani. E superiamo il modello da bar a suon di dichiarazioni, non sono queste le modalità per entrare nel mondo della sofferenza. Abbiamo a che fare tutti i giorni con questa problematiche, con queste fatiche e non sappiamo come reggere l’urto di questo disagio. Allora dico: nessuno contesta l’uso della cannabis terapeutica. Ma non si parla di queste cose, banalizzandole, da un palcoscenico.

*Simone Feder, psicologo nelle strutture della comunità Casa del Giovane di Pavia


Foto: Avalon/Sintesi

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