Cultura

Sanna: «Una storia italiana»

Il guru della comunicazione commenta così la vicenda del naufragio della Costa Concordia

di Carmen Morrone

Gavino Sanna di fronte all’incidente del Giglio supera l’analisi degli aspetti di comunicazione, entra dentro la vicenda. Senza mezzi termini.

È una commedia all’italiana, che ci appartiene. Ci sono tutti i personaggi, ce n’è per tutti i gusti.

Costa Crociere che si è subito dissociata dal comandante. Un comandante che non comanda sino alla fine. Che è confuso. Che forse aveva bevuto. Un ufficiale che si fa ubbidire dicendo semplicemente: cazzo! Una parolaccia, una battuta da facile cabaret.

E poi il sesso. La zoccola! Che come tale non poteva che essere straniera mica italiana. Il comandante se l’era portata a bordo di nascosto, ma l’equipaggio l’aveva vista, ma doveva far finta di niente e anche adesso ha paura a parlare.

I cadaveri trovati galleggianti o impigliati alle lamiere della nave vestiti con l’abito da sera. La documentazione sparita. La nave che perderà carburante, che ucciderà i pesci.

Una storia così poteva uscire dalle penne di Cesare Zavattini e di Tenessee William.

Uno spettacolo per di più gratis con tutti in platea a guardare, a fischiare, a criticare.A criticare perché in Italia non si aspetta che l’occasione per criticare. Tutti a giocare a carte con il morto. Un gioco osceno, greve.

Tutti comportamenti facili: la Costa che si è dissociata, l’ufficiale che sgrida, la maglietta che mette d’accordo tutti. Comportamenti che la gente capisce senza bisogno di fare sforzi.

E di fronte a tutto questo mi chiedo: e allora? Non succederà nulla neanche stavolta. Il popolo, come scriveva De Andrè s’indigna. Fra qualche giorno nessuno si ricorderà più di niente. E i morti? Sono morti.

È il Paese che è imbarazzante. Ci salviamo tutti, ci salviamo sempre. Se dico qualcosa poi posso sempre dire: «sono stato frainteso».

Eppure mi auguro ancora che questa italietta possa rialzarsi e diventare qualcosa di rispettabile. Viva l’Italia.


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