Welfare

Sanità senza spie

Una circolare del ministero degli Interni precisa che i medici non devono denunciare gli immigrati irregolari

di Martino Pillitteri

I medici e il personale del servizio sanitario non sono obbligati a denunciare i clandestini che si presentano presso le strutture sanitarie per richiedere assistenza. Lo ha reso noto il Viminale con una circolare del 27 novembre.
Non è però un U-Turn del ministero degli Interni in materia di sicurezza e d’immigrazione. La circolare è più un chiarimento in merito alle interpretazioni delle norme anticlandestinità entrate in vigore con la legge sull’immigrazione 94 / 2009. «Sussiste il divieto di segnalazione» spiega la circolare «da parte dei medici e di tutto il personale del Servizio sanitario nazionale degli stranieri non in regola con le norme sul soggiorno che si rivolgono alle strutture sanitarie». L’unica eccezione che rende il referto obbligatorio, è valida  in presenza di reati per i quali si deve procedere d’ufficio.  
Il diritto alla salute prevale anche sulle prassi burocratiche. La nota del MInistero aggiunge anche un altro elemento molto importante: per l’accesso alle prestazioni della pubblica amministrazione e quindi anche a quelle sanitarie non viene richiesta l’esibizione dei documenti di soggiorno.

 “Siamo medici e infermieri, non siamo spie“. Era il testo dello slogan della campagna di mobilitazione “Divieto di segnalazione” lanciata da vari medici, dal personale di servizio sanitario nazionale e  da associazioni contro l’emendamento proposto al governo che voleva abolire il principio di non segnalazione alle autorità per gli immigrati clandestini che si rivolgono a una struttura sanitaria.
Con questo chiarimento giunto dal ministero dell’Interno, è stato fatto un passo importante su una vicenda a cui l’intera categoria dei medici del Ssn ha dedicato mesi di proteste a colpi di comunicati e manifestazioni, si legge in una nota del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed. «Siamo molto soddisfatti» ha commentato Carlo Lusenti, segretario nazionale Anaao Assomed «che anche il ministero dell’Interno, a cui ci siamo spesso rivolti negli ultimi mesi, abbia riconosciuto le nostre istanze che si fondavano sugli stessi assunti ora ammessi dalla circolare e cioè che la legge cosiddetta anticrisi non ha abrogato ne’ modificato il divieto di segnalazione contenuto nella precedente disposizione del 1998. Oggi siamo orgogliosi della correttezza della nostra posizione di professionisti che con il nostro impegno e responsabilità quotidiani cerchiamo di garantire a tutte le persone che a noi si rivolgono, indipendentemente dal sesso, dal censo, dal colore della pelle e dalla lingua che parlano la migliore salute e la migliore sanità possibile».

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