Non profit

Sanità: nasce la Fondazione Policlinico di Milano

A Milano il varo dell'esperienza pilota in Italia di trasformazione degli ospedali pubblici in fondazioni

di Redazione

Il primo passo è fatto, con la firma del testo dello Statuto della Fondazione Policlinico di Milano, un passaggio che segna il varo dell’esperienza pilota in Italia di trasformazione degli ospedali pubblici in fondazioni. Il Policlinico e gli Istituti clinici di perfezionamento (Icp) diventeranno un nuovo, unico ente, e da questa unione la Fondazione dovrà far nasce un ospedale modello, una struttura ”interamente” nuova che resterà dove oggi sono poste le due singole realtà, nel centro di Milano. ”E’ la prima volta che due ospedali pubblici si uniscono in una fondazione”, ha commentato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che ha firmato il documento con il ministro per la Salute, Girolamo Sirchia, e con il sindaco Gabriele Albertini. Il nuovo modello, ha detto Formigoni, ”non prevede alcuna svendita al privato, ma una forte collaborazione fra pubblico e privato in grado di ottimizzare le risorse che esistono e di attirarne di nuove”. L’integrazione fra i due enti, secondo il presidente, ”farà risparmiare 100 miliardi su un totale di 560”. L’iniziativa rappresenterà per i primi anni una sperimentazione gestionale e nella fase transitoria il Cda avrà tre componenti: uno nominato dagli Icp, uno dal Policlinico e il terzo d’intesa fra loro. Nello Statuto si precisa che i membri si dividono in due categorie. Da una parte gli enti fondatori (Icp e Policlinico), dall’altra i partecipanti istituzionali (Arcidiocesi e Comune) e non istituzionali. Possono infatti entrare le fondazioni bancarie, ”salvo approvazione dei fondatori”. ”La mission resta pubblica, il controllo anche – ha ribadito Formigoni davanti alle tante domande dei giornalisti dopo la sigla del documento – ma la gestione sarà diversa, improntata al raggiungimento del risultato, all’ottimizzazione delle risorse”. Abbiamo scelto un mix fra pubblico e privato – ha detto da parte sua Sirchia – perché la gente non ci sta a pagare le tasse per mantenere i diritti acquisiti che portano agli sprechi. E fa bene. I Policlinici o li chiudiamo o li cambiamo”. ”I privati potranno entrare nella gestione, ma sempre in forma minoritaria”, ha assicurato Formigoni. ”Il privato che entra – ha sottolineato il ministro – è un mecenate che porta soldi e non chiede niente”; al che Formigoni ha aggiunto che ”non sempre i privati hanno in testa un profitto di puro rilievo economico. Contiamo sul fatto che nomi illustri vogliano collaborare a un progetto di eccellenza mirato al miglioramento dei servizi”. Altro capitolo riguarda i dipendenti. In un comunicato diffuso oggi dalla Regione si parla della valorizzazione ”di tutte le sinergie possibili e opportune, avvalendosi prioritariamente del personale dipendente dagli enti”. ”Se i lavoratori non desiderano entrare in questa sperimentazione – ha aggiunto il ministro – possono farlo e restare nelle condizioni attuali, ma noi ci auguriamo che la maggior parte scelga l’innovazione e si troverà anche il modo di premiare chi prenderà questa decisione”.

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