Volontariato

Sanità: malati cronici il 37% degli italiani

Cronicita' in crescita nel nostro Paese. La percentuale di italiani che convivono con una patologia piu' o meno grave oggi arriva a toccare infatti il 36,6% della popolazione

di Redazione

Cronicita’ in crescita nel nostro Paese. La percentuale di italiani che convivono con una patologia piu’ o meno grave oggi arriva a toccare infatti il 36,6% della popolazione, con un ‘picco’ superiore al 40% nel Centro, mentre nel 2001 arrivava a 35,9%. Per quanto riguarda gli anziani, le patologie croniche colpiscono l’80,7% del totale; ma non sono ‘immuni’ nemmeno i giovani sotto i 24 anni: se nel 2001 i ragazzi con malattie croniche erano il 9,7%, oggi sono quasi il 10%. E ancora: almeno il 35% degli uomini al di sopra dei 60 anni presenta due o piu’ patologie e il fenomeno e’ destinato ad aggravarsi progressivamente con l’eta’. Questo il quadro dell’ultimo Rapporto sulle politiche della cronicita’, un’indagine condotta da Cittadinanzattiva-Coordinamento nazionale associazioni malati cronici sul rispetto dei 14 punti fissati dalla Carta europea dei diritti del malato. Su 14 diritti, i piu’ ‘negati’ ai malati cronici sono risultati quello all’accesso alle cure, all’informazione, al rispetto di standard di qualita’ e al tempo.
Ma a emergere e’ anche la scarsa attenzione da parte dello Stato per le risorse economiche destinate alla prevenzione. Solo una porzione relativamente ristretta del budget del sistema sanitario e’ dedicata alla promozione della salute e alla prevenzione delle malattie croniche, malgrado la normativa richieda di destinare il 5% dei fondi. Secondo gli ultimi dati, infatti, la media nazionale si attesta al 3,8%, con i valori piu’ alti in Molise (7%), Valle D’Aosta (6%), Sardegna (5%) e Calabria (4,7%), e quelli piu’ bassi nel Lazio (1,8%), in Sicilia (2,7%), e in Friuli Venezia Giulia (2,8%). Risultato: la prevenzione ‘pesa’ sulle famiglie e sui pazienti in termini di costi privati, tempi di attesa e accesso alle informazioni. Nel 60% dei casi si segnalano lunghe attese per ottenere prestazioni utili per prevenire la patologia e le complicanze. Anche il diritto all’informazione e il coinvolgimento attivo del malato cronico nel percorso di cura e nel miglioramento dei servizi ‘scarseggia’. Il 55% delle associazioni interpellate da Cittadinanzattiva per l’indagine, segnala infatti che i pazienti non ottengono informazioni fondamentali per poter autogestire al meglio la propria patologia. A peggiorare questa situazione di disorientamento – rivela il Rapporto – e’ il mancato potenziamento dei Centri unificati di prenotazione (Cup): malgrado la Finanziaria 2006 abbia previsto l’attivazione generalizzata nelle aziende sanitarie del Cup, le Regioni che raggiungono lo standard (100%) sono attualmente solo sette e cioe’ Piemonte, Valle D’Aosta, Provincia autonoma di Trento, Lazio, Abruzzo, Molise e Basilicata. Il Rapporto mette in luce un altro diritto tra i meno tutelati, quello alla tempestivita’ delle cure: le liste di attesa e la frammentazione del sistema sanitario comportano per i malati cronici sprechi di tempo, un lungo girovagare, disorientamento, un aumento dei costi economici e scarsa continuita’ assistenziale. Inoltre, emerge quanto il diritto al rispetto degli standard di qualita’ sia ancora solo ‘un’utopia’: l’84% delle associazioni segnala la mancata creazione di una rete di collegamento tra le diverse figure che hanno in cura il paziente, cosi’ come il 77% denuncia l’eccessiva frammentazione del sistema e il 74% il mancato raccordo tra medicina primaria e centri specialistici.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA