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Sanità: la partita tra Stato e Regioni si gioca nei bilanci

Finanziaria 2006, salva la mobilità dei cittadini

di Benedetta Verrini

I commi dal 189 in poi, nella legge Finanziaria 2006, sono il ?nocciolo duro? relativo al sistema sanitario italiano. In un?Italia in bilico sulla devolution, abbiamo chiesto ad alcuni esperti di interpretare il senso delle disposizioni della nuova legge di bilancio.

Sul piano strettamente economico, la spesa del Servizio sanitario nazionale viene incrementata di un miliardo di euro annui (da ripartire tra le Regioni) a decorrere dal 2006. Lo Stato, inoltre, concorrerà al ripiano dei disavanzi del Ssn per gli anni 2002, 2003 e 2004 con una spesa ulteriore di due miliardi di euro nel 2006.

«Il ripiano dei disavanzi, però, è condizionato a una clausola», spiega il professor Tiziano Vecchiato, direttore scientifico della Fondazione Zancan. «Lo si evince dal comma successivo, che precisa come l?accesso a tali risorse sia subordinato «all?espressione, entro il 31 marzo 2006, da parte della Conferenza unificata, dell?intesa sullo schema di Piano sanitario nazionale 2006-2008», nonché, sempre entro lo stesso termine, «alla stipula di una intesa tra Stato e Regioni che preveda la realizzazione da parte delle Regioni degli interventi previsti dal Piano nazionale di contenimento dei tempi di attesa». E il comma dettaglia anche ciò che tale intesa dovrà contemplare. Insomma, queste disposizioni mostrano chiaramente che, se pure il governo ha avviato un processo verso la devolution, nello stesso tempo la Finanziaria mostra una progressiva tendenza al centralismo, a disporre su ambiti propri delle Regioni».
La stessa filosofia dell?accesso ai fondi ?condizionato? da determinate scelte di politica e gestione della sanità riguarda anche, ad esempio, l?informatizzazione dei documenti e delle procedure mediche: «Se ciò non viene fatto», prosegue Vecchiato, «stop a certi benefici del contratto. Ma questa dovrebbe essere una potestà regionale».

Preoccupazioni, sulla questione, giungono anche dal Tribunale per i diritti del malato. «I due miliardi stanziati», spiega Stefano A. Inglese, segretario nazionale, «saranno a disposizione delle Regioni solo se queste rispetteranno gli obiettivi fissati, ma sarà difficile raggiungerli senza gli stanziamenti necessari. In questa situazione, è legittimo nutrire qualche dubbio sulle reali possibilità di successo delle nuove misure».

Sospiro di sollievo, invece, per l?eliminazione del comma 203, che imponeva tetti numerici alla ?mobilità sanitaria? dei cittadini tra una regione e l?altra. «Siamo soddisfatti di questa eliminazione», prosegue Inglese. «La volontà di tenere sotto controllo questo aspetto è in conflitto con il rispetto della libera scelta di ciascuno di ricevere cure in tutto lo Stato».

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