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Sanità, fai i conti giusti

In otto anni la spesa è salita da 48mila milioni di euro a oltre 80mila. Producendo un deficit di 4mila milioni. Ora medici, intellettuali e associazioni lanciano una proposta

di Paola Mattei

Il manifesto per il governo delle risorse in sanità, presentato a Milano lo scorso 26 maggio, ha avuto un iter che val la pena raccontare. I cinque punti che potete leggere in questa stessa pagina nascono da una riflessione lunga un intero anno e che ha visto coinvolti medici, rappresentanti della pubblica amministrazione, dell?industria farmaceutica, delle associazioni non profit, della stampa scientifica, degli ospedalieri. Il manifesto, che certo non è un punto d?arrivo, ma piuttosto di partenza per una riflessione seria su un tema grave che non dovrebbe ammettere retoriche o strumentalizzazioni politiche, è frutto di una lunga serie di incontri e confronti promossi da Alberto Scanni, direttore di Oncologia medica al Fatebenefratelli di Milano e animatore lombardo dell?Associazione italiana oncologia medica.
«Ogni giorno», racconta, «nel nostro lavoro siamo di fronte a un?aziendalizzazione spesso malintesa e a un?oggettiva scarsità di risorse che ci costringono a scelte difficilissime, spesso drammatiche, tra interessi in conflitto tra loro: i vincoli economici e le necessità delle persone malate. Perciò lo scorso anno, con un gruppo di amici – autorevoli esponenti del mondo scientifico, accademico, delle istituzioni, dell?industria, dell?associazionismo, del giornalismo – abbiamo iniziato a ragionare sull?opportunità e sul modo di intervenire per governare l?esistente, cioè il limite. A poco a poco abbiamo allargato il cerchio coinvolgendo tutti i possibili soggetti, per confrontarci, per capire cosa significa perseguire il bene comune in sanità».
Un tema urgentissimo se si pensa che la spesa complessiva del nostro sistema sanitario, dal 1995 al 2003, è cresciuta del 67,99%, passando da 48.136 a 80.864 milioni di euro e confermando una dinamica evolutiva, come del resto in tutti gli altri Paesi Ocse, di gran lunga superiore a quella dello sviluppo economico del Paese. E se si pensa che siamo di fronte a un Sistema sanitario nazionale che, pur non riuscendo a far fronte a tutte le nuove domande di salute poste da una popolazione sempre più anziana (tra cinque anni, gli over 75 passeranno dall?attuale 6 al 10% della popolazione) e a tutte le possibilità offerte dalle tecnologie e dalla ricerca farmacologia, produce un deficit annuale per oltre 4mila milioni di euro l?anno.
La sfida lanciata a Milano e che deve essere raccolta per un?efficace gestione delle risorse è: coniugare l?universalismo delle prestazioni sanitarie con la sostenibilità economico-finanziaria. Che fare, dunque? Una risposta è venuta da Stefano Zamagni che, nella lettura magistrale che ha aperto il convegno, ha sostenuto: «La chiave di volta è trovare un nuovo modello di governance, che faccia arrivare all?anello centrale, cioè al Servizio sanitario, risorse umane e finanziarie dai soggetti a monte e a valle. Se noi concepiamo la struttura sanitaria come un mondo chiuso, autoreferenziale, in cui la governance è nelle mani dell?ente pubblico, imprese e società civile non potranno mai dare il proprio contributo in termini di know how, di conoscenza. Ecco allora il patto che si deve realizzare: cessione di quote di sovranità, in cambio di assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori della società civile».
Chissà se il neoministro Storace sarà in grado di raccogliere il messaggio che arriva da Milano?

La spesa sanitaria
Così in italia, voce per voce
Nel 2003

Dal 1995 al 2003 la spesa sanitaria italiana è cresciuta del 67, 99%, passando da 48.136 a 80.864 milioni di euro. La spesa sanitaria ha raggiunto nel 2004 il 7,4% del Pil. Il Servizio sanitario nazionale produce circa 4mila milioni di euro di deficit l?anno. Così negli ultimi tre anni.

Le quote
La percentuale di spesa maggiore (il 34,56%) è per il personale che è costato, nel 2003, 28 milioni di euro. La macchina del Servizio sanitario nazionale è costata invece 18.600 milioni di euro (il 23,11% del totale della spesa). 11 milioni di euro invece la spesa farmaceutica (unico valore a decrescere rispetto al 2001 e 2002). La quota percentuale nel 2003 si è attestata al 13,54%. Nel 2004, per un decreto legge dovrà raggiungere al massimo il 13%.

Le quote pro capite
La spesa media pro capite nazionale nel 2003 si è attestata a 1.400 euro. I valori di spesa sono ovviamente diversi regione per regione.
Quelle sopra i 1.400 euro sono: Valle d?Aosta, Veneto, Liguria, Emilia, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise. Le regioni che stanno sotto la media nazionale: Lombardia, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia.

Un sito come riferimento
Nell?occasione del convegno Verso un?etica delle risorse in sanità è stato creato un sito (www.eticainsanita.it) dove sarà pubblicato il manifesto cui sarà possibile dare adesione anche elettronica. Sul sito saranno anche raccolti gli atti del convegno. Tra gli intervenuti, oltre ai professori Scanni e Zamagni: Giulio Giorello, Angelo Bazzari, Claudio Jommi.

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