Welfare
Sanità e welfare in crisi, a Cagliari una grande mobilitazione
Agci Solidarietà, Confcooperative Federsolidarietà e Legacoopsociali hanno dato la loro adesione alla manifestazione “Curiamo la Sardegna”, organizzata da Cgil, Cisl e Uil per richiamare l'attenzione di istituzioni e cittadini sulla situazione della sanità e dei servizi di welfare. Una crisi aggravata prima dalla pandemia e poi dal caro energia, che rischia di paralizzare l'attività delle strutture residenziali per anziani, minori, disabili e persone con dipendenze
di Redazione
Agci Solidarietà, Confcooperative Federsolidarietà e Legacoopsociali aderiscono alla grande mobilitazione “Curiamo la Sardegna”, organizzata da Cgil, Cisl e Uil per puntare i riflettori sulla situazione della sanità e dei servizi di welfare in Sardegna che, come riportato in una nota congiunta delle tre grandi realtà della cooperazione sociale, ha toccato “punti di criticità mai raggiunti in precedenza. La cooperazione sociale, con i propri soci e operatori, è impegnata in prima fila nel sistema dei servizi che contribuiscono a dare, in ogni Comune della Sardegna, risposte concrete ai bisogni di salute e di assistenza delle persone. Da anni abbiamo sollecitato nei diversi contesti, istituzionali e non, un ripensamento e la riorganizzazione del sistema dei servizi di welfare, verso una reale e forte integrazione nella dimensione sociale e sanitaria, concepito in una logica di filiera coordinata e programmata rispetto ai diversi livelli di bisogno e di prossimità ai territori. La drammatica esperienza della pandemia da Covid non ha fatto che mettere in risalto l’urgenza di perseguire questo obiettivo”.
Sabato 22 ottobre il raduno è previsto per le 10 in piazzale Trento, di fronte al palazzo della Regione Sardegna. Poi un corteo si snoderà per le vie del centro di Cagliari. Agci, Federsolidarietà e Legacoopsociali sono concordi nel dire che occorre “un forte coinvolgimento dei diversi attori, dalle istituzioni locali ai soggetti sociali del Terzo settore, con pari dignità e opportunità. Ad oggi questo non è accaduto e anche gli spazi di confronto e approfondimento istituzionale precedentemente attivati, in particolare nella Consulta regionale sulle Politiche sociali, si sono progressivamente svuotati e da ormai un anno non svolgono nessun ruolo effettivo. In questo quadro servizi fondamentali per il benessere degli anziani, per gli studenti disabili, per le famiglie e le nuove generazioni, per la salute mentale si trovano in una situazione di incertezza, con norme di riferimento confuse, alcuni sempre più ridotti a logiche prestazionali finalizzate al semplice risparmio economico più che ad una presa in carico dei bisogni. Le opportunità che pure sono presenti nella programmazione europea 2021 – 2027 e nelle risorse assegnate alla nostra regione dal Pnrr in ambito sociale e sanitario, senza una partecipazione informata dei diversi soggetti, rischiano di non centrare l’obiettivo di una riqualificazione e integrazione del sistema territoriale di cura e presa in carico dei bisogni dei cittadini. Case della salute e ospedali di comunità, assistenza domiciliare integrata, Rsa e strutture residenziali per anziani, comunità per minori, servizi per la riabilitazione globale e per la salute mentale, centri per la famiglia e servizi educativi, politiche e servizi per l’inclusione sociale-lavorativa rappresentano, in maniera non esaustiva, alcuni pezzi di un complesso puzzle da ricomporre per dare un futuro di benessere alla nostra comunità regionale”.
“In questa direzione – si legge ancora nella nota – vogliamo continuare ad impegnarci, anche in un momento nel quale alla cooperazione sociale sono state precluse misure minimamente adeguate di ristoro e di sostegno per fronteggiare l’incremento dei costi (in particolare per sicurezza ed energia) causati prima dal Covid e oggi dal conflitto in corso tra Russia e Ucraina. Una situazione che nell’indifferenza e nell’irresponsabilità di molti rischia di compromettere posti di lavoro e servizi fondamentali. Su queste basi condividiamo le ragioni di fondo che hanno portato le organizzazioni sindacali della Sardegna Cgil, Cisl e Uil alla giornata di mobilitazione del 22 ottobre. Crediamo che oggi il nostro impegno si debba anche esprimere nella convinta partecipazione a questa giornata per contribuire, pur nelle diversità di interessi e talora di visioni rispetto alle organizzazioni sindacali, ad affermare i diritti di cittadinanza, innanzitutto quelli all’assistenza, alla salute e all’inclusione”.
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