Rapporto Asvis 2023
Sanità e istruzione: l’Italia spende troppo poco
L’Alleanza per lo sviluppo sostenibile lancia l’allarme sull’attuazione dell’Agenda 2030 dell’Onu. Assieme a quelle ambientali, ancora tante le disparità sociali ed economiche in aumento, dalle famiglie povere alla scuola. Dall’associazione, tre proposte per usare meglio le risorse disponibili
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Dova va l’Italia in fatto di sostenibilità? Ovvero: a che punto è il nostro Paese con l’attuazione dell’Agenda Onu 2030, che ha raggruppato nei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (i famosi Goals o Sdgs, a cui corrispondono 169 target, di cui 33 valutabili con indicatori quantitativi) gli auspici e i programmi per un futuro globalmente migliore?
Per recuperare il terreno perduto è indispensabile adottare un approccio politico e culturale che consideri la sostenibilità il fulcro di tutte le scelte, pubbliche e private
Pierluigi Stefanini
A questa omnicomprensiva domanda dà una risposta alquanto dettagliata il rapporto realizzato dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile – Asvis, presentato a Roma. Il 2023 è un anno importante perché siamo giusto a metà del percorso lanciato dalle Nazioni unite nel 2015. È sempre difficile parlare di obiettivi a medio e lungo termine quando si è nel mezzo di guerre sempre più vicine e cruente e che, in vario modo, toccano la sfera del nostro vivere. Ma, d’altra parte, il compito di chi esegue gli studi come questo è proprio quello di offrire una fotografia della situazione che sappia dare al presente, pur con le inevitabili e pressanti urgenze che lo contraddistinguono, un orizzonte di sviluppo, per l’appunto, sostenibile.
Giro di boa
I risultati dunque. Quelli complessivi al giro di boa non sono molto incoraggianti: dal rapporto emerge che, rispetto al 2010, per otto dei 17 Obiettivi si registrano contenuti miglioramenti, per sei la situazione è peggiorata e per tre è stabile. Guardando ai 33 Target valutabili con indicatori quantitativi, solo per otto si raggiungerà presumibilmente il valore fissato per il 2030, per quattordici sarà molto difficile o impossibile raggiungerlo, per nove si registrano andamenti contraddittori, per due la mancanza di dati impedisce di esprimere un giudizio. I ritardi accumulati potrebbero essere in parte recuperati, ma bisogna attuare con urgenza e incisività una serie di interventi e di riforme, come peraltro l’Italia si è impegnata a fare nel corso del summit Onu del 18-19 settembre scorso.
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Troppe famiglie povere
Per quanto riguarda la dimensione sociale dello sviluppo sostenibile Asvis segnala che, tra il 2015 e il 2021, la quota di famiglie in condizione di povertà assoluta è salita dal 6,1% al 7,5% e riguarda quasi 2 milioni di famiglie, dove vivono 1,4 milioni di minori; continua ad allargarsi la disuguaglianza tra ricchi e poveri; la spesa pubblica per sanità e istruzione dell’Italia è nettamente inferiore a quella media europea; l’abbandono scolastico è pari all’11,5% (36,5% tra gli stranieri) e la disoccupazione giovanile è al 23,7%; inoltre, 1,7 milioni di giovani non studiano e non lavorano.
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Poche energie rinnovabili
Per la dimensione ambientale dello sviluppo sostenibile l’Italia registra il 42% di perdite dai sistemi idrici; solo il 21,7% delle aree terrestri e solo l’11,2% di quelle marine sono protette; lo stato ecologico delle acque superficiali è ‘buono’ o ‘superiore’ solo per il 43% dei fiumi e dei laghi; il degrado del suolo interessa il 17% del territorio nazionale; l’80,4% degli stock ittici è sovrasfruttato; le energie rinnovabili rappresentano solo il 19,2% del totale, quota che non consente di intraprendere il processo di netta riduzione delle emissioni su cui il Paese si è impegnato a livello UE.
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Benino occupazione e finanza
Nell’ambito della dimensione economica dello sviluppo sostenibile, dopo la ripresa del biennio 2021-2022 seguita alla pandemia, l’Italia presenta ancora alcuni segnali di crescita debole che hanno caratterizzato il decennio precedente; l’occupazione cresce, ma resta forte la componente di lavoro irregolare (3 milioni di unità); passi avanti sono stati compiuti per l’economia circolare (il consumo materiale pro-capite si è ridotto del 33% in dieci anni) ed è cresciuto il tasso di innovazione (+21% tra il 2010 e il 2018), ma molte imprese mostrano resistenze ad investire nella trasformazione digitale ed ecologica; il Paese necessita di forti investimenti, anche per rendere le infrastrutture più resilienti di fronte alla crisi climatica; la finanza sta muovendosi nella direzione della sostenibilità, accompagnando il mutamento delle preferenze dei risparmiatori.
Cambiano anche i crimini
Per la dimensione istituzionale dello sviluppo sostenibile emerge che, nell’ultimo decennio, sono drasticamente diminuiti omicidi volontari e criminalità predatoria, ma sono cresciuti alcuni reati contro la persona, come le violenze sessuali (+12,5%) e le estorsioni (+55,2%). Forte è anche l’aumento di tutti i reati informatici, quali truffe e frodi (+152,3% rispetto al 2012). Il sovraffollamento carcerario, ridottosi nel decennio 2010-2019, ha ripreso a salire nell’ultimo biennio.
Le proposte
«Per recuperare il terreno perduto è indispensabile adottare un approccio politico e culturale che consideri la sostenibilità il fulcro di tutte le scelte, pubbliche e private. È questo l’approccio alla base della nuova Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, approvata dal Governo esattamente un mese fa. Negli stessi giorni, il governo si è impegnato all’Assemblea generale dell’Onu a predisporre un Piano di accelerazione per il conseguimento degli Obiettivi su cui siamo più indietro, quasi tutti. Le nostre proposte possono servire per definire contenuti, tempistiche e metodologie per realizzare questo Piano», ha spiegato il presidente dell’Asvis, Pierluigi Stefanini.
A tale proposito, l’alleanza ha avanzato tre proposte: assegnare alla Presidenza del consiglio il compito di predisporre tale Piano; predisporlo entro marzo 2024, affinché contribuisca alla preparazione del prossimo Documento di economia e finanza; coinvolgere la società civile e gli enti territoriali attraverso il Forum per lo sviluppo sostenibile del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica.
La foto in apertura è di Tobias Weinhold su Unsplash, le immagini interne sono tratte dal rapporto Asvis 2023.