Non profit

Sanità: è giusto abolire il tesserino di riconoscimento?

Il tesserino di riconoscimento che gli operatori sanitari devono indossare migliora soltanto la riconoscibilità da parte dell’utente del funzionario con cui viene a contatto o viola la privacy?

di Redazione

Questione delicata affrontata dal difensore civico della regione Liguria che non ha avuto particolari sviluppi nel campo della difesa civica ma che, sostiene il difensore Sciacchitano, dovrebbe spingere gli organi legislativi e di governo a una riflessione attenta per conciliare norme meritevoli di tutela: da una parte la migliore assistenza al malato, dall?altra il rispetto del diritto individuale alla riservatezza. Tutto nasce a seguito di un esposto presentato all?ufficio di Roberto Schiacchitano da una organizzazione sindacale di operatori sanitari che aveva chiesto – senza risultato – l?eliminazione dell?uso del cartellino che riporta il nominativo dell?operatore. Una misura necessaria – secondo l?organizzazione – dopo i diversi casi di molestie personali ricevute da alcuni operatori ad opera, presumibilmente, di pazienti che ne avevano rintracciato l?indirizzo conoscendo nome e cognome. La direzione generale dell?ente ha respinto la richiesta sostenendo che l?obbligo di portare il tesserino di riconoscimento è stabilito dalla normativa. Di questa vicenda si è occupata anche la stampa locale. Secondo il difensore civico, vi sono due aspetti da tenere in considerazione. La protezione dell?anonimato degli operatori che vengono a contatto con il pubblico – una tutela prevista dalla legge sulla privacy – e la riconoscibilità dell?operatore a favore dell?utente che, tuttavia, può essere garantita anche in modo diverso, ad esempio indicando solo il numero di matricola. Ipotesi, questa, non accolta né dalla direzione generale né dalle organizzazioni di difesa del malato che, invece, chiedono una particolare tutela dell?utente in quanto soggetto particolarmente esposto.

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