Salute
SANITA’. Cure palliative: le proposte del Pd
Più risorse, più strutture, più rete fra servizi e soprattutto più omogeneità fra nord e sud. È quanto auspicano i democratici per la legge attualmente in discussione in Commissione Affari sociali alla Camera
Potenziamento del numero degli Hospice, superamento della disomogenità fra Nord e Sud, creazione di una rete socio-assistenziale integrata. Sono alcune delle proposte avanzate dal Pd in materia di cure palliative e terapia del dolore, presentate oggi a Montecitorio durante una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il segretario Dario Franceschini, il capogruppo alla Camera Antonello Soro, la vicepresidente Marina Sereni, la capogruppo in commissione Affari Sociali Livia Turco e l’onorevole Paola Binetti.
«Il testo unificato che si sta discutendo in Commissione Affari sociali alla Camera è un buon punto di partenza», dicono i relatori. «È in gran parte frutto della nostra iniziativa (vedi proposte di legge Turco e Binetti), stiamo presentando emendamenti dopo aver raccolto suggerimenti di operatori e associazioni». Tuttavia, per scongiurare il rischio di una “legge manifesto” occorre mettere a disposizione risorse adeguate. «Attualmente il testo unificato prevede lo stanziamento di 3 milioni di euro. Ma gli oepratori ci dicono che una sola struttura di cure palliative di medie dimensioni – hospice più assistenza domiciliare – costa all’anno esattamente quella cifra».
Stando ai dati del ministero della Salute, attualmente solo il 40% dei malati oncologici ha accesso al programma di cure palliative e, purtroppo, meno dell’1% di quelli non oncologici. La situazione attuale, inoltre, è estremamente diversificata da regione e regione, soprattutto nello stato di realizzazione della rete degli hospice. Vi è un andamento decrescente da Nord a Sud sia nel numero delle strutture attive e da attivare, sia nel numero dei posti letto.
Ma anche là dove ne esiste una maggior concetrazione, il numero di hospice rimane comunque insufficiente per soddisfare le richieste, purtroppo, in crescita. Sui 206 che dovevano diventare operativi nel 2008, solo 188 risultano effettivamente aperti o in fase di apertura con un numero di posti letto pari a 2.025 (praticamente 0.34 per 10mila abitanti).
Manca inoltre un modello nazionale che, pur nel rispetto delle autonomie regionali, sostenga lo sviluppo della rete delle cure palliative, integrando gli hospice con le cure domiciliari. È necessario, dunque, attivare un modello di intervento flessibile e articolabile in base alle scelte regionali che, inserito nei LEA, garantisca in tutto il Paese una risposta ottimale ai bisogni dei malati. Ma soprattutto, urge la presa in carico della persona sofferente e della sua famiglia, attraverso un raccordo che metta in rete reparto, hospice, assistenza ambulatoriale e assistenza domiciliare.
Alleghiamo qui a fianco la sintesi delle prooste del Pd.
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