Famiglia

Sanità: come spiegare il cancro ai più piccoli

Due progetti dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano: un call center 24 ore su 24 a un laboratorio pratico

di Redazione

“Mamma perche’ ti cadono i capelli?”. Parte da domande come queste il lungo viaggio di un bambino attraverso la malattia. Domande scomode, spesso evase dai genitori, incapaci di spiegare ai figli il cancro che li ha colpiti. Da un lato loro, “i piccoli portatori di sofferenza silenziosa”, figli di genitori malati o, spesso, pazienti alle prese con un male troppo grande per la loro eta’. Dall’altro padri e madri afflitti da quotidiane preoccupazioni. A loro l’Istituto nazionale dei tumori di Milano dedica due progetti di umanizzazione della medicina.
Il primo e’ un call center attivo 24 ore su 24 per rispondere alle domande dei genitori dei piccoli pazienti dell’Int, aiutandoli a distanza ad affrontare eventuali effetti post-terapia e a gestire il ritorno alla vita di tutti i giorni. L’altra iniziativa e’ l’ambulatorio ‘Gioco Parola’, dove una psicoterapeuta esperta in psiconcologia e in problemi dell’eta’ evolutiva aiuta i genitori a trovare le parole ‘giuste’ per affrontare la malattia con i propri figli, e i piccoli a comunicare le loro emozioni e sofferenze attraverso il gioco.
I due progetti, presentati oggi nel capoluogo lombardo, sono frutto della sinergia fra l’Istituto tumori e la Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori) sezione di Milano. Un lavoro di squadra che, commenta il direttore generale dell’Irccs di via Venezian, Alberto Scanni, “punta a fornire assistenza ai pazienti e ai loro familiari in tutti i momenti e nei diversi aspetti connessi alla cura della malattia”. L’istituto, sottolinea, “si sforza di dare risposte adeguate anche ai problemi organizzativi economici e psicologici che si manifestano prima, durante e dopo il ricovero”.
Sia l’ambulatorio ‘Gioco Parola’ che il progetto ‘Cresciamo’, cioe’ il servizio di reperibilita’ telefonica medica continua, nascono dal lavoro dei medici sul campo e da esigenze espresse dai genitori. “Abbiamo osservato che gli adulti hanno difficolta’ a raccontare la malattia ai figli – spiega Claudia Borreani, responsabile del servizio di psicologia dell’Int, dove e’ nato l’ambulatorio – Nel tentativo di proteggerli evitano l’argomento, nascondo le sofferenze, ma paradossalmente provocano un dolore ancora piu’ intenso”.
L’attivita’ di consulenza e’ rivolta prima ai genitori per sostenerli nella difficile opera di comunicazione. Nei casi piu’ difficili viene fissato un incontro con il bambino nell’ambulatorio dove attraverso giochi, disegni e animazione la psicologa lo aiuta a esprimere le proprie emozioni.
Al servizio si accede su appuntamento dopo aver chiamato il numero 02.23902800 o aver scritto all’indirizzo giocoparola@istitutotumori.mi.it. Nei pochi mesi di attivita’, l’ambulatorio ha gia’ accolto le richieste di aiuto di nonne, genitori malati, in prevalenza mamme, e bambini dai 6 ai 15 anni.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA