Politica

Sanità: a Foggia struttura modello. Curiamo i mali del mondo

Joint venture pubblica per un reparto che offre 23 specialità mediche. Iniziativa nata grazie a un docente di scienze infermieristiche

di Mara Mundi

Macedone lui, rom lei, madre di quattro ragazzi dai 6 ai 14 anni: si sono conosciuti in Italia, ma dicono di essersi sposati a Pristina, con una lunga cerimonia a suon di balli e di canzoni. La donna ha mal d?orecchi e arriva con il finto-consorte e con la figlia più piccola. Anche al poliambulatorio per immigrati ?Salute e Culture? di Foggia sostengono la loro tesi, fragile messinscena per provare a ottenere con più facilità lo status di rifugiati politici. Il racconto non sta in piedi; lo sa l?antropologa, lo sanno anche loro. Ma non mancano le parole di conforto, qualche sorriso e una carezza alla bambina. Uno specialista si occuperà del fastidioso ronzio della donna: poche gocce, e il problema è risolto. È tutto in questo intreccio di assistenza medica, solidarietà e consulenza psicologica il lavoro svolto all?ambulatorio interetnico che accoglie l?utenza straniera con un manifesto colorato: c?è scritto “benvenuti” in 13 lingue. Inaugurata lo scorso 20 dicembre, la struttura è promossa dall?Azienda ospedaliera, dall?Università, dal Centro studi di Medicina tropicale e dalla Società italiana di medicina delle migrazioni. Dai Balcani e dall?Africa Ogni mercoledì, dalle 14.30 alle 17.30, medici di 23 divisioni sono reperibili per visitare i pazienti: dalla medicina interna alla nefrologia, dall?ortopedia alla ginecologia-ostetricia, da dermatologia a chirurgia e neurologia. “In molti arrivano dalla ex Jugoslavia, ma ci sono anche tante nigeriane e numerosi senegalesi”, dice l?assistente sociale Milena Milano, che dalla direzione sanitaria vanta una lunga esperienza a contatto con gli extracomunitari. Da tempo si occupa delle pratiche per il rilascio del “codice straniero temporaneamente presente”, il documento che permette ai “non in regola con le norme di ingresso e di soggiorno” di usufruire dei servizi presso Asl e presidi sanitari del territorio nazionale. Intanto il via vai continua, e nelle diverse stanze si svolgono le visite e si intrecciano le amicizie. Succede, allora, che Danila Stratti, giovane dottoressa albanese di origine torinese, visiti una sua connazionale, 24enne, al quarto mese di gravidanza. Un caldo abbraccio per dirle che tutto procede per il meglio e per fissare il prossimo controllo. “Mi sono laureata a Tirana”, racconta, “e ho dovuto sostenere 19 esami integrativi per convalidare la mia laurea alla facoltà di Medicina di Foggia. Ho appena cominciato il secondo anno di specializzazione in ginecologia: la voglia di venire in Puglia a continuare gli studi me l?ha data Antonio Scopelliti, durante le sue lezioni alla scuola per infermieri professionali di Elbassan, dove anch?io ho insegnato per un breve periodo”. È proprio Scopelliti il vero motore dell?ambulatorio: medico ospedaliero, ginecologo, responsabile nazionale settore sanità dell?Opera nomadi. Una carriera spesa per gli immigrati. “Le statistiche dello scorso anno, ci parlano di 1.600 stranieri che si sono rivolti al pronto soccorso degli ospedali: è chiaro che in molti casi non si tratta di vere e proprie urgenze, ma di visite programmabili” spiega. “Nel 25% dei casi eroghiamo consulenze di tipo ostetrico, seguite da prestazioni ortopediche e neurochirurgiche per traumi da incidenti sul lavoro”, aggiunge Scopelliti. In aumento anche le depressioni, come spiega la psicologa Luigia Chiapperini, referente dell?ambulatorio. Depressioni in crescita “I giovani, in special modo, cadono in uno stato di prostrazione al primo impatto con le difficoltà della nuova vita, così diversa da come l?avevano immaginata prima di lasciare i loro Paesi”. Diffuse anche le psicomatosi, cardiologiche e gastrointestinali: astenia, tachicardia e bruciori allo stomaco, sintomi tipici di un malessere psicologico. Frequenti varie anomalie ematologiche, con linfocitosi e monocitosi che alterano il livello dei globuli bianchi. “Si tratta di virus che si diffondono con rapidità nelle grandi scamerate, in cui spesso vivono”. E così, ogni settimana, storie di salute e amicizia, parole di conforto tornano ad animare il poliambulatorio interetnico.


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