Formazione

Sangue: nel 2002 mancheranno 20 mila donazioni

Sos sangue in Italia. Nel 2002 mancheranno 20mila donazioni per garantire il fabbisogno nazionale

di Redazione

Sos sangue in Italia. Nel 2002 mancheranno 20mila donazioni per garantire il fabbisogno nazionale. Il dato arriva da un’indagine dell’Istituto superiore di sanità, che ha ‘passato sotto la lente’ le regioni italiane, registrando quelle ‘carenti’ e quelle ‘eccedenti’, piu’ ‘virtuose’ in materia di donazioni. Nella lista nera: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Sardegna e Sicilia. Cosi’, a fronte di 80 mila unita’ necessarie nella Penisola, si riuscira’ a garantirne solo 60 mila. A lanciare l’allarme sangue sono oltre 1000 esperti riuniti a Lecce per il XXXV Convegno nazionale di studi di medicina trasfusionale. ”Piu’ donazioni e autosufficienza” sembrano essere dunque le parole d’ordine in questo settore. Ancor piu’ in questo periodo, alle soglie dell’estate. ”Oggi – spiega Giuseppe Aprili, presidente della Societa’ italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia (Simti), organizzatrice del meeting – non e’ piu’ come in passato, quando con la stagione estiva si fermava anche la sanita’, si facevano meno operazioni e meno trapianti. Ormai si lavora a pieno ritmo e la sanita’ italiana non va in ferie: da qui i fisiologici problemi di carenza di sangue. A cio’ – prosegue l’esperto – si aggiungono i progressi fatti nel nostro Paese nei trapianti d’organo e l’aumento dell’eta’ media che fa moltiplicare gli interventi chirurgici, ormai anche su pazienti avanti negli anni, grazie a tecniche sofisticate”. ”Per fronteggiare queste realta’ quindi – ricorda Aprili – c’e’ bisogno di sangue e di una maggiore cultura della donazione”. L’esperto cita qualche ‘numero’. ”Per un trapianto di rene servono 3-4 unita’ di sangue (ognuna e’ pari a 450 ml), per uno di cuore 20-30, per uno di fegato decine e decine, e per uno di midollo ne servono centinaia. La gente deve sapere -ammonisce – che senza sangue non si puo’ davvero fare nulla. Per questo siamo preoccupati perche’ la raccolta in Italia e’ stagnante, soprattutto al Nord, che finora era stato il ‘serbatoio’ del Paese, mentre fortunatamente al Sud si cominciano a fare piccoli progressi”. Per vincere la ‘battaglia del sangue’, la Simti punta soprattutto ad una maggiore formazione dei medici trasfusionisti, al potenziamento dell’efficacia dei comitati ospedalieri per il buon uso del sangue, e a campagne di sensibilizzazione per il reclutamento di nuovi donatori. A questo proposito Aprili annuncia l’avvio, entro fine giugno, di una campagna targata ministero della Salute. ”Abbiamo avuto un incontro con il ministro Sirchia, insieme a tutti i presidenti delle associazioni di settore – riferisce – e ci rivedremo il prossimo 7 giugno. La campagna si ‘muovera’ con messaggi sia a livello nazionale che locale con l’obiettivo unico di far capire alla gente l’importanza della donazione”. E ancora. Un passo avanti sul fronte della sicurezza. L’esperto annuncia che, dal 28 giugno, diventera’ obbligatorio in tutti i circa 300 centri trasfusionali italiani, grazie ad una circolare ministeriale, un test di screening per l’epatite C. ”Il test di laboratorio Nat (metodo di amplificazione degli acidi nucleici), che finora richiedeva tempi lunghi – spiega – e’ diventato oggi, grazie anche ai progressi dell’industria di settore, un esame facile e rapido. La sua obbligatorieta’ – conclude – sara’ una ulteriore garanzia per donatori e riceventi”.


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