Volontariato
Sangue: l’allarme di Avis
Avis è scesa in campo per combattere il fenomeno delle donazioni di sangue "su costrizione" dei parenti dei pazienti
di Redazione
Sono decine, ogni settimana, le telefonate che arrivano al Numero Verde di AVIS Nazionale da persone che sono in cerca di sangue per i loro parenti, ricoverati in ospedale e in attesa di delicati interventi chirurgici.
Chiamano perché il personale degli ospedali, dove sono ricoverati i loro congiunti o amici, chiedono loro di reperire sangue ed emocomponenti per il parente ricoverato.
Avis sottolinea che questo modo di procedere è in contrasto con la normativa europea, italiana e regionale. AVIS quindi è assolutamente contraria a queste modalità di “reclutamento” di donatori. «Non esistono motivazioni per procedere con le sollecitazioni ai pazienti ed ai parenti, che vengono giustamente da loro percepite come vessatorie e segno di inefficienza del sistema. Non è possibile ammettere la donazione dedicata su ‘costrizione’ di parenti ed amici dei pazienti», afferma il presidente Vincenzo Saturni.
In Italia esiste una normativa in materia trasfusionale chiara e precisa, che dovrebbe invece essere conosciuta dagli operatori, che prevede come unica forma di donazione quella anonima, volontaria, periodica e gratuita.
«Vogliamo promuovere una donazione consapevole, ossia: volontaria, anonima, periodica, non remunerata, responsabile ed associata, che garantisce non solo quantità, sicurezza e qualità, ma anche programmazione, promozione di stili di vita sani e positivi», aggiunge Saturni. Che conclude: «Noi doniamo per chiunque necessita di essere trasfuso indipendentemente dalgenere, dall’età, colore della pelle, per garantire a chiunque una risposta ad un bisogno di salute, cioè una adeguata terapia trasfusionale. Non è possibile perseguire questi obiettivi con donatori occasionali».
Grazie alle associazioni esiste un numero cospicuo (AVIS conta quasi 3300 sedi territoriali e oltre 1.200.000 soci) di donatori, rigorosamente controllati (e quindi più sicuri), sempre pronti a rispondere ai bisogni del sistema trasfusionale senza che altre forme di donazione – sotto pressione – debbano prendere il sopravvento.
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