Salute
Sangue: la riscossa dei giovani donatori
Dopo anni di crisi, gli ultimi dati presentati dal Libro Bianco dell'associazione lasciano ben sperare: le donazioni nel nostro paese sono in crescita, e si avvicinano a questo gesto di solidarietà soprattutto under 25 e donne. Ma il vero punto di forza è la fedeltà: otto persone su dieci ripetono la donazione nel tempo. I più generosi? Lucani, umbri ed emiliani
Gli italiani sono tra i migliori donatori di sangue in Europa, e il loro numero è in leggera crescita: un dato che fa ben sperare per il futuro. E’ quanto emerge dalla presentazione, avvenuta alla Camera dei Deputati il 22 gennaio, del Libro Bianco sul sistema trasfusionale italiano dell’Avis. Tanti donatori, e costanti: l'80% di loro dona periodicamente, consentendo così maggiore sicurezza al paziente che riceverà la trasfusione e favorendo, nel volontario, l'assunzione di un stile di vita sano e consapevole che ottimizza il funzionamento di tutto il sistema di raccolta. Inoltre in Italia, nel corso del 2012, sono state effettuate quasi 3 milioni e 200mila donazioni di sangue, con una lieve crescita dello 0,19 per cento rispetto all’anno scorso e di oltre il 5 per cento rispetto al 2009.
"Un punto di forza dell'Italia, che ci vede al secondo posto in Europa, è il nostro straordinario patrimonio di fidelizzazione dei volontari, definiti dalla legge come veri e propri operatori sanitari perché concorrono al raggiungimento dell'autosufficienza nazionale", ha spiegato il presidente Avis, Vincenzo Saturni. Quanto alla mappa territoriale, con oltre 256.000 persone la Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di donatori di sangue. Ma, rispetto alla popolazione residente, quella con la percentuale più alta di donatori è la Basilicata (5,84%), seguita da Umbria (5,44%) ed Emilia Romagna (5,43).
I donatori più generosi sono quelli di età compresa tra i 36 e i 45 anni (sono il 27 per cento), seguiti da quelli tra i 46 e 55. Sono in aumento gli under 25 e le donne, che sono il 44 per cento dei nuovi donatori. A favorire il risultato, il forte radicamento dell'associazionismo sul territorio, definito da Saturni "uno dei valori aggiunti del sistema sangue italiano". In particolare è proprio l'Avis, nata nel 1927, la principale associazione del settore: presente in 3.254 comuni italiani, rappresenta il 71% dei donatori italiani e garantisce il 79% del fabbisogno nazionale.
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