Welfare

Sangue infetto: diritto all’indennizzo anche se infettato all’estero

Importante sentenza del Giudice del lavoro di Genova. L'indennizzo ha carattere di solidarietà sociale e pertanto non ha importanza in quale Stato sia stata contratta l'infezione

di Daniela Romanello

Una sentenza che crea un precedente di grande importanza: il ministero della Salute è stato condannato a pagare l?indennizzo per trasfusioni da sangue infetto a un cittadino genovese che ha contratto l?epatite C dopo una trasfusione, a seguito di intervento chirurgico, avvenuta in Francia e precisamente all?ospedale di Lione. Ne dà notizia l?Epac, l?associazione che si batte a sostegno e a difesa dei diritti degli ammalati di epatite C. Il Giudice del Lavoro di Genova ha riconosciuto il diritto all’indennizzo ai sensi della Legge n. 210/92 (una sorta di pensione vitalizia) nei confronti di un cittadino genovese danneggiato da trasfusione a seguito di un intervento chirurgico cui fu costretto a sottoporsi nel 1979, previa autorizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, presso l’Ospedale di Lione (Francia). Il soggetto danneggiato, rappresentato in giudizio dagli avvocati Luigi Delucchi (consulente legale del Comitato EpaC) e Manfredi Caniglia, aveva presentato nel dicembre 1997 domanda in sede amministrativa al ministero della Sanità volta a ottenere l’indennizzo di cui alla legge n. 210/92, disposto anche in favore dei soggetti danneggiati da epatite post trasfusionale. La domanda amministrativa veniva però respinta in quanto il ministero della Sanità riteneva che non avessero diritto a essere indennizzati quei cittadini italiani che avessero contratto infezioni a seguito di trasfusioni effettuate in Stati esteri. Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Genova ha accolto le argomentazioni avanzate dai difensori e ha affermato che l’indennizzo di cui alla legge n. 210/92 va considerato una prestazione posta a carico dello Stato in ragione del dovere di solidarietà sociale e che quindi nessuna rilevanza possono assumere il luogo e le circostanze in cui l’epatite post trasfusionale è stata contratta. Il Tribunale di Genova ha quindi condannato il ministero della Salute a liquidare l’indennizzo legislativamente previsto: si tratta di una pronuncia importante perché afferma questo diritto anche in favore dei cittadini italiani danneggiati da trasfusioni effettuate al di fuori delle strutture sanitarie nazionali.


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