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Sangue da cordone ombelicale: come e perchè trattarlo

Arriva la guida ministeriale all'uso corretto, con la rete nazionale delle banche di sangue cordonale

di Redazione

Un documento sull’uso appropriato delle cellule staminali da sangue di cordone ombelicale (in allegato qui a fianco con il testo dell’ordinanza), una conferenza stampa per promuoverne la donazione e illustrarne le possibilità terapeutiche, più un glossario dedicato con le parole e i concetti chiave. È l’iniziativa presentata oggi dai sottosegretari alla salute Eugenia Roccella (in foto) e Ferruccio Fazio, alla presenza di Franco Mandelli (presidente dell’Associazione italiana contro le leucemie – linfomi e mieloma), Giuliano Grazzini (presidente del Centro nazionale sangue e medicina trasfusionale dell’Istituto superiore di sanità), e Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti dell’Istituto superiore di sanità.


Il trapianto di cellule staminali emopoietiche (quelle in grado di dare origine a globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) rappresenta una terapia salvavita ormai consolidata per la cura di numerose e gravi malattie del sangue. Queste cellule, infatti, sono in grado di rigenerare l’ambiente midollare danneggiato a seguito di patologie, esposizione accidentali a radiazioni ionizzanti, o a trattamenti chemio-radioterapici. Dati recenti evidenziano che in Europa vengono effettuati ogni anno circa 20mila trapianti di cellule staminali emopoietiche, oltre 5mila dei quali solo in Italia.
Tuttavia, la difficoltà a reperire per alcuni pazienti un donatore anche nel registro internazionale o la necessità di un intervento terapeutico rapido (la ricerca di un donatore può richiedere vari mesi) hanno spinto a cercare fonti alternative di cellule staminali emopoietiche rispetto al midollo.


È il caso del sangue da cordone ombelicale, perfettamente in grado di ricostruire il midollo osseo dopo un trattamento radio-chemioterapico ad alte dosi.
La possibilità di effettuare trapianti con cellule staminali emopoietiche da cordone ombelicale ha portato all’istituzione di apposite banche, dove conservare le unità di sangue cordonale raccolte.


I trapianti finora effettuati sono oltre 10.000, quasi 700 in Italia, con risultati del tutto sovrapponibili a quelli ottenuti con cellule staminali da midollo o da sangue periferico.


Nel Belpaese le banche di sangue cordonale, istituite esclusivamente all’interno di strutture pubbliche, svolgono la loro attività nel rispetto degli standard di qualità e sicurezza definiti a livello nazionale e internazionale. La rete nazionale italiana è attualmente composta da 18 banche ed è coordinata dal Centro nazionale sangue in collaborazione con il Centro nazionale trapianti.


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