Salute

Sangue: associazioni contro nuove norme

A rischio la sicurezza

di Redazione

‘Cancellare’, dal ddl sulla pubblica amministrazione, collegato alla finanziaria, all’esame della commissione Affari costituzionali della Camera, l’articolo sulla produzione di emoderivati. Non garantisce la sicurezza degli emoderivati, lasciando spazio alla certificazione europea di plasma raccolto da Paesi ‘a rischio’, e va nella direzione opposta alla nuova legge sul sangue che il Senato dovrebbe approvare a breve. Lo denunciano il Comitato delle associazioni di donatori (Civis) e gli specialisti della Societa’ italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia (Simti). Che, in una lettera al presidente della Camera, al presidente della prima commissione, al relatore del ddl e al sottosegretario alla Salute Cesare Cursi, chiedono la soppressione dell’articolo contestato, il 25. Se non verranno investiti fondi pubblici per organizzare campagne di sensibilizzazione sulla donazione di sangue ”in un futuro non molto lontano rischieremo di avere un sangue ‘extralusso’, con qualità di serie A, e uno meno sicuro, con qualità di serie B”. Ne e’ convinta Cristina Rossi, presidente dell’Associazione volontari italiani sangue (Avis) della Lombardia, secondo la quale ”Governo e Regioni dovrebbero essere più attenti al problema sangue e promuovere massicce campagne di informazione: solo così sarà possibile mantenere una rete di donatori abituali, evitando di ricorrere a quelli occasionali che, purtroppo, non daranno mai le stesse garanzie di sicurezza”. ”In Italia -ha ricordato Rossi – sono solo 4 le Regioni che hanno istituzionalizzato le campagne annuali di invito alla donazione: Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Basilicata”; in tutte le altre queste iniziative sono ”autofinanziate dalla associazioni di volontari, magari con l’intervento dei privati”. Emblematico il caso della Lombardia. ”Per ora siamo autosufficienti -ha sottolineato Rossi- ma il fabbisogno aumenta del 20% ogni anno e già siamo stati costretti a ridurre le unita’ di sangue ‘esportate’ nelle Regioni più bisognose.
Da mesi chiediamo all’assessore lombardo alla Sanità Carlo Borsani di sostenere con 500 milioni di lire la nostra campagna primaverile, ma lui -denuncia Rossi- non ci ha ancora risposto”.
”La nuova legge – spiega Dario Cravero, di Fidas – è vicina al giro di boa. In una decina di giorni, la commissione Sanità del Senato dovrebbe approvarla, in sede deliberante, e poi mandarla alla Camera, nella commissione competente che è l’Affari sociali. E invece ‘scopriamo’, in un ddl a firma Berlusconi-Frattini in discussione alla Camera, un articolo che nulla ha a che vedere con la Pubblica amministrazione. E, soprattutto, dal contenuto decisamente contrario rispetto a quanto tutte le forze politiche, compreso il governo, stanno per approvare in Senato”. Secondo il testo unico sul sangue, infatti, il plasma trattato deve provenire dal sangue raccolto in Italia.

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