Non profit

Sanatoria badanti: la Caritas spiega di che cosa si tratta

Un utile vademecum per chi vuole regolarizzare colf e assistenti domiciliari. E le iniziative della provincia di Vicenza

di Redazione

Un sito internet (www.stranieri.it), una rete di sportelli che coinvolge altre organizzazioni, un corso di formazione per operatori e un vademecum. Ecco come Vicenza si accinge, da settembre, ad affrontare la sanatoria per colf e ?badanti?. Su iniziativa della Caritas Vicentina infatti, e in attesa della promulgazione e pubblicazione della legge sull?immigrazione Bossi-Fini, sindacati, associazioni di categoria, cooperative sociali e patronati Acli si stanno attivando per andare incontro alle famiglie vicentine e alle donne straniere, clandestine, che da settembre potranno regolarizzare la loro presenza in Italia. ?Come Caritas abbiamo deciso di occuparcene ? spiega il direttore Don Giovanni Sandonà ? perché questa sanatoria tocca due categorie deboli: anziani non autosufficienti, malati e disabili da un lato, donne straniere senza diritti dall?altro. In Caritas già ci arrivano molte telefonate di vicentini che non sanno come fare per accedere alla sanatoria e ci è giunta notizia di persone che per 2 milioni tutto compreso sono disposti a predisporre e presentare la richiesta di regolarizzazione?. Il mercato di chi approfitta dei più deboli sarebbe insomma già in moto, come è accaduto in ogni sanatoria. Il timore è insomma che a fronte di difficoltà a alti costi l?occasione offerta dalla sanatoria non venga colta, il che significa mantenere molte persone in condizioni precarie di vita. Ed ecco un utile vademecum messo a punto dalla Caritas con tutte le informazioni che servono per mettere il regola le lavoratrici interessate: Il Parlamento ha varato le modifiche alla legge sull?immigrazione. E? previsto che le norme entrino in vigore nel mese di settembre. Una novità importante riguarda la cosiddetta sanatoria per le colf e le badanti non comunitarie prive di permesso di soggiorno. Per evitare che si ripetano speculazioni o il diffondersi di cattive informazioni riscontrate nelle sanatorie precedenti, in provincia, alcune organizzazioni no profit, associazioni di volontariato, sindacati dei lavoratori e associazioni imprenditoriali stanno avviando un coordinamento aperto per diffondere costantemente e in modo aggiornato informazioni corrette su questo argomento. I recapiti utili e le informazioni saranno a beve recuperabili sul sito www.stranieri.it sotto la voce ?sanatoria?. Chi può richiedere la sanatoria? La sanatoria può essere richiesta dal datore di lavoro delle colf o delle badanti non comunitarie irregolari se le ha impiegate almeno nei tre mesi precedenti all?entrata in vigore della legge (indicativamente giugno-luglio-agosto 2002). Chi può essere regolarizzato? Possono essere regolarizzate le colf, cioè le collaboratrici familiari o domestiche, e le badanti, cioè chi assiste persone non autosufficienti (invalidi, portatori di handicap, ammalati). La regolarizzazione può riguardare sia uomini che donne. Una famiglia può sanare una sola colf oppure più di una badante. Per regolarizzare le badanti occorre però la certificazione medica della patologia o dell?handicap del componente della famiglia da assistere. Possono essere regolarizzati anche immigrati ai quali non è stato rinnovato il permesso di soggiorno scaduto. Quando e come si può richiedere la sanatoria? Le domande di regolarizzazione si possono presentare dall?entrata in vigore della legge e per i due mesi successivi. I moduli e i bollettini di pagamento si potranno trovare in posta. La richiesta va inoltrata per raccomandata alla Prefettura-UfficioTerritoriale del Governo riportando obbligatoriamente: a) le generalità del datore di lavoro e una dichiarazione attestante la sua cittadinanza italiana oppure la regolarità della sua presenza in Italia (per i non italiani); b) l’indicazione delle generalità e della nazionalità dei lavoratori occupati; c) l’indicazione della tipologia e delle modalità di impiego; d) l’indicazione della retribuzione convenuta, in misura non inferiore a quella prevista dal vigente contratto collettivo nazionale di lavoro di riferimento. Alla richiesta vanno allegati obbligatoriamente: a) l?attestato di pagamento di tre mesi di costo del rapporto di lavoro dichiarato. Un decreto del Ministro del Lavoro determinerà i parametri retributivi e le modalità di calcolo e di corresponsione di queste somme. b) copia dell?impegno a stipulare, nei termini previsti dalla legge, il contratto di soggiorno; c) se si tratta di badante, la certificazione medica della patologia o handicap del componente la famiglia alla cui assistenza è destinato il lavoratore. Ulteriori precisazioni saranno stabiliti con successive circolari ministeriali. In quanto tempo viene regolarizzata la posizione? Entro venti giorni dal ricevimento della domanda la Prefettura-Ufficio Territoriale del Governo e la Questura dovrebbero verificare che la richiesta sia corretta e non ci siano motivi che impediscono la regolarizzazione (p. es. il fatto che la persona di cui si richiede la regolarizzazione abbia commesso reato). Entro altri 10 giorni dovrebbero venire convocati il datore di lavoro e il lavoratore non comunitario per stipulare il contratto di soggiorno con contemporaneo rilascio del permesso di soggiorno. Il contratto di soggiorno comporta l?obbligo per il datore di lavoro di sistemazione alloggiativa in locali idonei in base ai parametri regionali di edilizia residenziale pubblica. Che tipo di permesso di soggiorno viene rilasciato? Viene rilasciato un permesso di soggiorno della durata di un anno, rinnovabile a condizione che il rapporto di lavoro si mantenga. Questo permesso di soggiorno non consente il ricongiungimento familiare. Cosa rischia chi fa dichiarazioni false? Il datore di lavoro che produce false dichiarazioni rischia da due a nove mesi di reclusione. I datori di lavoro che inoltrano questa domanda di regolarizzazione non sono punibili per le violazioni delle norme relative al soggiorno e al lavoro compiute precedentemente nell?impiego dei lavoratori non comunitari che si chiede di regolarizzare. Ulteriori elementi Dal testo di legge approvato non risulta necessario munirsi di prove che si era in Italia prima dell?entrata in vigore della legge, come accaduto per le altre sanatorie. Per prudenza tuttavia alcuni preferiscono raccoglierle: ad esempio un visto di ingresso, un ricovero in ospedale o pronto soccorso, una ricetta medica nominativa, una multa, un documento rilasciato dal comune, una foto in Italia datata dagli uffici postali, ecc. Non è chiaro inoltre cosa succede se il datore di lavoro licenzia la colf o se la persona assistita dalla badante venisse a mancare. La colf o la badante potranno trovarsi entro sei mesi un altro lavoro o dovranno ritornare subito in patria? E quale altro lavoro potranno svolgere?

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