Non profit

San Valentino, Amnesty lancia campagna contro i diamanti

Amnesty International in collaborazione con altre Ong lancia la campagna "Il vero costo dei diamanti"

di Redazione

Per molti il diamante e’ simbolo di amore, felicita’,purezza. Ma per molti altri può significare conflitti, morte, violenze. “Nel giorno di S. Valentino in molti paesi si donano diamanti ai propri innamorati, senza aver modo di conoscerne l’origine o di sapere se hanno contribuito ad abusi dei diritti umani” ha dichiarato oggi Amnesty International, che insieme ad altre organizzazioni si appella a tutti i governi affinche’ si adoperino in maniera immediata e decisiva per il controllo del commercio dei diamanti. In alcuni paesi africani, quali Angola, Repubblica democratica del Congo e Sierra Leone, i profitti derivanti dalla vendita di diamanti la cui origine non e’ controllata sono utilizzati per acquistare armi e finanziare sanguinosi conflitti civili, che comportano orribili abusi dei diritti umani. Decine di migliaia di civili sono uccisi, stuprati, mutilati o ridotti in schiavitu’, centinaia di migliaia di sfollati fuggono in cerca di riparo dalle violenze quotidiane. Migliaia di bambini soldato vengono costretti con la forza e sotto l’influsso della droga ad efferatezze impensabili alla loro età. In occasione della ricorrenza di S. Valentino, Amnesty International, in collaborazione con Azione Aiuto, Banca Popolare Etica, Greenpeace, Legambiente, Mani Tese e WWF, lancia la campagna “Il vero costo dei diamanti”. L’azione si inserisce in una piu’ ampia riflessione sul tema dello sfruttamento illegale delle risorse naturali fra cui soprattutto diamanti, legname, coltan. Le organizzazioni chiedono al governo italiano di sostenere tramite la propria delegazione all’Onu la decisione di un efficace sistema di controllo e di introdurre quanto prima severe regole anche in Italia. “Occorre agire per un immediato e definitivo intervento al fine di controllare il mercato dei diamanti” ha dichiarato Umberto Musumeci, coordinatore per i diritti economici e sociali della Sezione Italiana di Amnesty International. “E’ necessario stabilire un sistema internazionale di certificazione: un sistema efficiente, trasparente e obbligatorio per tutti i paesi. E’ anche indispensabile che l’Italia adegui la sua legislazione a quella internazionale, che verra’ approvata durante la prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite e – auspichiamo – resa obbligatoria dal Consiglio di Sicurezza”. Decine di migliaia di attivisti appartenenti a queste organizzazioni saranno impegnati per i prossimi sei mesi su tutto il territorio nazionale. Quasi mezzo milione di cartoline, appelli singoli e collettivi indirizzati al governo italiano sono stati predisposti per raccogliere le adesioni alla campagna, che i rappresentanti delle organizzazioni consegneranno agli interlocutori istituzionali. I gruppi locali saranno impegnati in visite e contatti epistolari che coinvolgeranno i rappresentanti dell’industria e del commercio della gioielleria per chiedere un impegno alla trasparenza anche da parte degli operatori economici del settore, nel loro stesso interesse. “Per S. Valentino gli innamorati devono essere sicuri se regalano un gioiello, piccolo o grande che sia, che esso rappresenti veramente un pegno d’amore e non di morte. Per questo serve la certificazione: ogni diamante deve essere seguito dalla fase della estrazione lungo tutta la filiera di taglio e lavorazione sino al commercio finale. Tutti i suoi movimenti devono essere registrati” ha evidenziato Umberto Musumeci. “Chi regala o acquista un gioiello deve potersi accertare che il suo diamante e’ pulito, per non sentirsi complice di gravi violazioni dei diritti umani. Se si chiede una garanzia di ‘qualita” per un elettrodomestico o per un capo di abbigliamento, perche’ non la si puo’ avere anche per un diamante?” Amnesty International, parte di una coalizione anche internazionale di Ong, accoglie con favore i risultati ottenuti in alcune aree dal “Kimberley Process” nello sviluppare proposte per un sistema di certificazione internazionale, ma critica i limiti dell’attuale procedura in termini di effettiva trasparenza ed efficacia: non vi e’ accordo sulla creazione di un data base internazionale sulla produzione e il commercio dei diamanti grezzi; le norme per il monitoraggio sono troppo deboli; non vi e’ stata intesa sul coordinamento internazionale; proseguono i dibattiti sull’eventuale compatibilita’ del sistema con le regole del World Trade Organization (WTO). “Se il sistema non risolve questi problemi, fallira’ nello spezzare il legame che unisce diamanti, trasferimenti di armi e abusi dei diritti umani”, ha ammonito Amnesty International. In marzo, i governi discuteranno i dettagli del sistema di certificazione all’Assemblea generale delle Nazioni Unite e ad un incontro del “Kimberley Process” ad Ottawa, in Canada, con l’obiettivo di concordare un sistema che venga implementato per la fine dell’anno. Non si devono perdere queste opportunita’ chiave, sono trascorsi almeno due anni dall’inizio del “Kimberley process” e troppo esigui sono stati i progressi. Tutti i governi devono ora accordarsi su controlli trasparenti ed efficaci, da implementare immediatamente per prevenire ulteriori abusi dei diritti umani.


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