Formazione

San Patrignano chiude? Scontro Muccioli-Regione

Secondo il responsabile della comunità di recupero, la Regione ha emanato una delibera "impossibile". Oggi la replica degli assessori: "Preoccupazioni incomprensibili"

di Benedetta Verrini

San Patrignano rischia di chiudere: è l’allarme lanciato ieri da Andrea Muccioli in persona, secondo cui una delibera della regione Emilia Romagna rischierebbe di far chiudere i battenti alla comunità di recupero. La delibera, contro la quale San Patrignano ha fatto già ricorso al Tar, detta regole sanitarie uguali per tutte le strutture sanitrarie e sociali. Tra i cambiamenti cui sarebbe obbligata la comunità, la trasformazione delle camerate da otto a quattro letti e l’assunzione di tutti gli operatori attualmente volontari. “Ma noi” ha precisato ieri Muccioli ad Avvenire, “Siamo nell’impossibilità economica e di scelta terapeutica di cambiare secondo la normativa regionale. Quindi non cambieremo niente”. Oggi è arrivata la replica della Regione: “la delibera stabilisce unicamente criteri di tipo strutturale e organizzativo, non entra nel merito del modello riabilitativo e non avrà alcuna conseguenza sul futuro destino della comunità”. In una dichiarazione congiunta, gli assessori regionali alle politiche sociali Gianluca Borghi e alla sanità Giovani Bissoni hanno spiegato i contenuti e le finalità della delibera n.327 del febbraio scorso, che detta una serie di requisiti e le relative procedure per l´autorizzazione e l´accreditamento di tutte le strutture che svolgono attività sanitaria in Emilia-Romagna, comprese dunque quelle riabilitative per tossicodipendenti. “Le preoccupazioni espresse da Andrea Muccioli appaiono incomprensibili- spiegano Borghi e Bissoni -. La delibera regionale, che è il risultato di un approfondito lavoro di confronto con gli stessi soggetti gestori, stabilisce infatti quali debbano essere i requisiti minimi di tipo strutturale che una struttura deve avere. Nel caso tali requisiti siano in parte mancanti, la delibera stessa prevede la possibilità di definire caso per caso il percorso più idoneo, le soluzioni e i tempi per raggiungerle. Questo è anche quello che accadrà con San Patrignano, che potrà concordare con l´Ausl competente tempi e modalità. Nessun ultimatum dunque, né ovviamente alcun rischio di chiusura. Nei prossimi giorni peraltro è in programma un incontro – già deciso da tempo – con i rappresentanti della comunità. Un ´ulteriore occasione per confrontarci e trovare insieme, come sempre è avvenuto in passato, le soluzioni più praticabili”.


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