Cultura

San Giuliano. Un Capodanno di rancori e polemiche

La comunità si è spaccata in tre tronconi la notte di Capodanno ed ha festeggiato in tre luoghi diversi: tendopoli, Com e residence. Sotto accusa il sindaco Borrelli

di Ettore Colombo

Notte travagliata, triste e di polemiche, a San Giuliano di Puglia. La spaccatura si è consumata in occasione del cenone di fine anno quando gli abitanti del comune molisano hanno rinunciato al?unità, forse per sempre. La comunità di San Giuliano, infatti, ieri notte e per la prima volta dal crollo della scuola ?Francesco Jovine? che ha causato la morte di 27 bambini e di un?insegnante, si è divisa in tre fazioni e ha preferito aspettare l?arrivo del nuovo anno in tre luoghi diversi. Circa 200 persone hanno cenato nella ?tenda bianca? della tendopoli ? dove vivono ormai meno di cento persone – assieme ai loro parenti, agli uomini delle forze dell?ordine, della Protezione civile, e ai volontari delle Misericordie. Con loro c?era anche il sindaco, Antonio Borrelli, sotto accusa da parte di molti, a San Giuliano, e non da oggi. Il presidente del comitato delle vittime, Adriano Ritucci, e un?altra quindicina di appartenenti al comitato, invece, hanno snobbato l?incontro e si sono polemicamente riuniti con gli alpini abruzzesi nel palasport di San Giuliano, dove ha sede il centro operativo misto (Com) della Protezione civile: ma nemmeno il comitato è unito, al proprio interno, come dimostra l?isolamento in cui vive Nunziatina, madre del piccolo Luigi, morto sotto le macerie e autrice del famoso grido di dolore alla messa dei bambini della scuola, tre mesi fa, e il marito Modesto Petacciato, che vivono a Santa Croce e se ne sono rimasti per conto loro, isolati dagli altri. Le altre 700 persone che ancora vivono da ?ospiti? nei residence di Campomarino, sulla costa, infine, un po? per necessità un po? per scelta, si sono incontrate poco prima della mezzanotte nella tensostruttura che la Protezione civile ha allestito davanti al residence ?Alhoa? per gli auguri. Del resto, sono proprio queste persone, il grosso degli abitanti di San Giuliano, a vivere con maggiore e più profondo malessere lo sradicamento dal paese dove hanno abitato per una vita e dove soltanto una famiglia continua ad abitare mentre solo 20 solo le famiglie ospitate nelle nuove case tirate su a tempo di record dal lavoro della Protezione civile e degli stessi muratori del luogo. Il motivo di questa dolorosa e rancorosa divisione che attraversava ormai da mesi la piccola comunità e che in vista della notte di Capodanno è definitivamente scoppiata sta nel fatto che molti degli abitanti di San Giuliano ? e in particolare i genitori delle vittime riuniti nel comitato – cercano un capro espiatorio per la tragedia che hanno vissuto e individuano nel sindaco Borrelli il responsabile dei lavori di sopraelevazione della scuola Jovine, lavori che potrebbero aver provocato il crollo. Per questo hanno voluto evitare, nei giorni festivi, ?incontri spiacevoli? con lui,ma hanno fatto in modo che le tensioni emerse già durante il cenone di Natale riesplodessero in modo così eclatante. In quell?occasione, infatti, erano già emersi attriti tra i presenti: c?era stato anche chi aveva minacciato di ?lanciare sedie?. La vicenda era finita in commissariato, dove i duellanti si sono querelati a vicenda. Inutilmente il povero don Ulisse, parroco di San Giuliano, aveva invitato i giornalisti a ?non enfatizzare il fenomeno per evitare che le tensioni in atto possano esplodere?. Cauto anche il sindaco che si era augurato che ?se le spaccature ci sono si possano risolvere nel più breve tempo possibile perché la più grossa iattura che potrebbe capitare a questa popolazione è di spaccarsi?. Certo è che, l?altro ieri sera, la comunità del paese-fantasma così duramente colpita dal terremoto ha perso un?importante occasione per restare unita consumando la cena preparata dai volontari delle Misericordie. Come invece hanno fatto, ad esempio, tutti insieme, gli sfollati di Santa Croce di Magliano, comune che si trova a pochi chilometri da San Giuliano e il più grande tra quelli colpiti dal sisma, che si sono riuniti per salutare l?arrivo del 2003 con i vigili del fuoco e i volontari. Stessa unità anche a Ripabottoni e Collotorto, gli altri due piccoli paesi più colpiti dal sisma. Terremoto che continua a colpire e a dividere proprio dove ha lasciato la ferita più grande, a San Giuliano.


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