Politica
San Giuliano di Puglia. Nunziatina, i trenini e le olive
Resoconto, un po' tardivo ma sentito, di una bella iniziativa che si è svolta nel paese colpito dal sisma grazie all'impegno degli "amici dei trenini". E della forza di mamma Nunziatina
?Sono la mamma di Luigi e la mamma di tutti questi angeli. A nome di tutti i papà e di tutte le mamme affidiamo al Signore questi nostri angeli, gli angeli di San Giuliano. Noi siamo fortunati, perché abbiamo il loro volto vicino a noi. A tutti chiedo una sola cosa, che le nostre scuole siano più sicure, non voglio assolutamente che nessuna mamma e nessun papà, che nessuno pianga più i suoi figli?. La messa stava quasi per finire e il tendone bianco, dove erano allineate quelle due lunghe file di bare bianche era gonfio solo di dolore e di lamenti sommessi. All?improvviso un brusìo avvertì dell?inaspettato temporale in arrivo. Una bella donna, alta, mora, il volto chiaro, ovale, la pelle bianca sul nero degli abiti, improvvisamente si materializzava dietro le spalle del vescovo, su quell’altare improvvisato di quella chiesa improvvisata, il 3 di novembre 2002, a ridosso della festa dei morti e della tragedia grande, quella di San Giuliano di Puglia. Palco e microfono li raggiunse di scatto, con un balzo, Nunziatina Porrazzo, e a vederla oggi, a casa sua, a Santa Croce di Magliano, dove vive con il marito Modesto Petacciato, che ha fatto per tutta la vita il muratore, ma che da un po? di tempo gestiva con la moglie un?azienda agricola che vende prodotti biologici e che è ferma da quel giorno ??perché c?è stato il terremoto, perché è tutto fermo e perché noi non ce la sentiamo ancora?, sospira lei ? capisci dove abbia trovato la forza di parlare di fronte a tutta la nazione, in un giorno simile. Nel giorno dei funerali ufficiali delle piccole 27 vittime (e dei tre adulti) morti sepolti sotto le macerie della scuola Jovine la notte di quel maledetto 31 ottobre 2002. Scuola crollata “causa terremoto”. E forse anche “causa errore umano”.
Ma Nunziatina ora è qui che offre un caffè agli ?amici? di tante Associazioni federmodellistiche del Nord Italia che hanno macinato centinaia di chilometri in un giorno per regalare trenini e giocattoli (il bilancio dei doni ammonta a più di trenta confezioni di trenini per i bambini e altrettante confezioni di giochi e giocattoli per le bambine, ma anche a due computer nuovi di zecca, di cui uno per il parroco, don Ulisse, un aspirapolvere per la chiesa e una pianola elettronica per la scuola) ai bambini e che lei e suo marito hanno accolto e scortato in un giro a San Giuliano, che è insieme un giro del dolore e della memoria, cui abbiamo partecipato, il 27 dicembre del 2002. Vita, infatti, è stata tramite dell?iniziativa (iniziativa che, detto senza enfasi, ma con orgoglio e riconoscenza verso Mario Cantelmi e i suoi amici, ha raccolto in un mese la ragguardevole somma di 4000 euro tra oltre cento sottoscrittori di varie associazioni – Gfm, Asn, Lfi, Fimf – tutte sigle che raccolgono gli amanti dei trenini) mettendo in contatto gli amici in questione ? ormai tali li riteniamo, dopo una giornata con loro ? con la giunta comunale, la scuola, il comitato delle vittime e la famiglia Setacciato di San Giuliano.
Nunziatina ha accompagnato umbri, toscani, romagnoli e milanesi amanti dei trenini e della vita nella nuova scuola costruita grazie alla solidarietà degli italiani raccolta da Tg5 e Corriere della Sera, li ha fatti incontrare con le maestre, il preside Giuseppe Colombo, gli operatori sociali, gli psicologi, i volontari. Poi li ha portati al Com, per un breve saluto al sindaco, cui hanno consegnato una targa ricordo dell?iniziativa, ed alle altre autorità presenti. Autorità per modo di dire: a San Giuliano tutti fanno tutto, dai mestieri più umili alle incombenze più gravose, in questi momenti. Non è mancato il saluto del parroco mite e tuttofare, quel don Ulisse che è diventato un vero punto di riferimento per la comunità e la segue discreto ma passo per passo. Infine, prima di tornare a Santa Croce, a uno sputo dalla nuova San Giuliano di legno che sta nascendo, una piccola sosta al cimitero, di quelle che ti si stringe il cuore. Tutte quelle lapidi, tutti quei messaggi, tutti quei fiori. Le foto, i volti e i nomi dei bambini quasi non si leggono, carichi e coperti come sono da tutta quella pietà e quell?affetto che c?è intorno a loro. E forse è meglio così. La pietà a volte ti stritola. ?Non deve più accadere che una mamma mandi il figlio a scuola e che non torni più?, continua a ripetere Nunziatina con il suo volto bello, forte e la sua voce delicata, mentre ci mostra, tornati tra le mura domestiche, le foto di Luigi.
Aveva 7 anni, Luigi, ?grandi occhi neri e una gran voglia di vivere?, ci racconta. ?Ecco, guarda, qui era Carnevale, qui spegne le candeline. E qui nuota con la sua amica Maria. Sono nati e morti nello stesso giorno. Noi e i genitori di Maria, Caterina e Giovanni, li abbiamo battezzati assieme, eravamo diventati ?compari?, come si usa qui, tra noi. Luigi e Maria stavano sempre assieme. Ora riposano assieme, al cimitero?. La mamma di Luigi continua a ripetere soltanto ?mai più? e questo compito si è preso e spiega a tutti: ?Voglio scuole più sicure?. Il padre, Modesto di nome e di fatto – un uomo concreto, spigoloso, ma non piegato, reattivo e solido ? non si dà pace, invece. Ce l?ha con i soccorsi: ?Se fossero stati meglio coordinati se ne salvavano di più?. Ce l?ha con chi ha costruito quella maledetta scuola ed ora chiede ?giustizia?, ma ?giustizia vera e subito?. Ce l?ha con chi ha ?deportato? i suoi concittadini a chilometri di distanza, sul mare, dove non è più casa loro, ed anche con chi vuole far rinascere un paese intero troppo lontane dal suo alveo naturale, storico, vero.
Gli amanti dei trenini e dei modellini che hanno portato il loro carico di doni, bontà e generosità ascoltano in silenzio gli sfoghi, il dolore, la rabbia poi l?atmosfera di festa ? per quello che si può ? si ricompone e li salutano con affetto e commozione, promettendo di tornare a trovarli a Pasqua, ?per vedere come va?. Nunziatina e Modesto stavano cogliendo le olive quando sono corsi ad avvertirli che era crollata la scuola. Ora ci salutano sereni sulla porta di casa, dove ci hanno ospitato con tutti i crismi della bonomia molisana, ma un groppo sale alla gola. Quanto è grande il dolore? Quello di Nunziatina e Modesto Petacciato di San Giuliano di Puglia, Molise, forse è’ grande come un infinito campo di olive.
Per informazioni sul Gruppo Federmodellistico milanese (e sugli altri):
www.gfm-online.com e presidente@gfm-online.com (rif. Mario Cantelmi)
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