Sostenibilità
Sammuri (Federparchi): trend positivo per il turismo nei parchi
Piacciono agli italiani (64 milioni nel 2009), ma senza catastrofi non fanno notizia
di Redazione
Con la primavera si riscopre il piacere di escursioni e gite all’aria aperta. Magari seguendo un bell’itinerario ‘verde’ all’interno delle tante aree protette di cui l’Italia è leader con: 21 parchi nazionali, 128 parchi regionali, 145 riserve naturali statali, 20 aree marine protette, 370 riserve naturali regionali e 137 altre aree naturali protette. Per un totale di oltre 3 milioni di ettari, ovvero quasi l’11% dell’intero territorio nazionale. Eppure, nonostante il primato, si parla sempre meno delle aree verdi italiane.
Insomma, ”se non sono catastrofi, i parchi non fanno notizia” commenta il presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri. Un paradosso vista la crescente attenzione dei visitatori per queste mete, anche in un anno, come il 2009, di piena crisi economica. ”E’ stato uno dei pochi settori che nel 2009 ha registrato un trend positivo” sottolinea Sammuri.
Dati Federparchi, infatti, dimostrano come le aree protette siano un settore strategico del turismo: passando da 4.610.000 visitatori nel 1995 a ben 64 milioni nel 2009, nonostante la crisi economica. ”Da parte delle persone quindi c’è un grande interesse: il turismo nei parchi è molto seguito, nonostante il deficit di comunicazione”. Per questo, ”credo che uno spazio per i parchi sarebbe apprezzato dal grande pubblico”.
”Le notizie sui parchi escono abbastanza sulla cronaca locale ma siamo carenti a livello nazionale”, dice Sammuri. Da parte dei media, dunque, c’è una scarsa attenzione all’argomento. ”Qualche giornalista usa dire che ‘una buona notizia non è una notizia”, scherza il presidente di Federparchi che però non manca di sottolineare le ‘colpe’ del settore: ”anche noi dobbiamo imparare a comunicare meglio le cose che facciamo. Una componente nostra dunque c’è ma devo dire che il problema è più complesso”.
E riguarda anche la corretta formazione degli addetti stampa e la progressiva riduzione dei fondi destinati a queste aree. Per Sammuri, quindi, ”bisogna spingere di più sul grande pubblico”, formando meglio gli addetti stampa del settore e utilizzando anche le nuove tecnologie e i nuovi canali di comunicazione.
E questo ”non soltanto per l’orso, lo stambecco e il camoscio d’Abruzzo, che pure sono importanti, ma per la biodiversità nel suo complesso”. Anche perché le aree protette naturali sono una ricchezza inestimabile, non solo dal punti di vista strettamente ambientale, ma anche economico.
Dati forniti dalla Fondazione Univerde dimostrano infatti che queste aree producono un giro d’affari annuo complessivo di circa 2 miliardi di euro, con 86 mila occupati, (4.000 diretti, 17.000 nell’indotto dei servizi, 65.000 nell’indotto del turismo, dell’agricoltura, dell’artigianato, del commercio), 2.450 centri visita, strutture culturali e aree attrezzate e circa 34 milioni di visitatori l’anno.
L’ambiente come opportunità e non come vincolo. E proprio i parchi italiani ne sono un esempio visto che sono strettamente integrati all’insediamento ed all’attività umana. Solo all’interno dei perimetri dei parchi nazionali si possono contare circa 1700 centri storici, per una popolazione stimata in 901.495 abitanti; il numero di residenti in tutti i parchi italiani è complessivamente di 4.407.741.
Il 33% dei Comuni italiani ha parte del proprio territorio interessato da un parco; la percentuale sale al 68% se si considerano i piccoli Comuni con meno di 5.000 abitanti. In un periodo storico, dunque, dove è crescente l’attenzione alle tematiche ‘green’, la sfida è proprio questa: trovare nuovi linguaggi e modalità creative per avvicinare le persone a ciò che rappresenta la fonte dello sviluppo sostenibile.
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