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Caso Fao. Il punto di vista delle ong

di Redazione

Roma oltre un centinaio di sigle italiane tra ong, sindacati e associazioni presenteranno «Mai più i soliti errori!», una dichiarazione congiunta della società civile sull?emergenza alimentare nel mondo redatta in occasione del Forum parallelo alla conferenza della Fao, che si svolge dal 2 al 5 giugno. «Non vogliamo l?abolizione della Fao, ma una riforma di questa istituzione sì, e chiediamo che cresca il confronto con la società civile e le organizzazioni del Sud del mondo di produttori» afferma Antonio Onorati di Crocevia e coordinatore del forum e focal point per l?Italia dell?Ipc – International Planning Commitee, una rete mondiale che riunisce aaa800 organizzzazioni della società civile e movimenti sociali per la sovranità alimentare. I delegati di queste organizzazioni, fra cui molti produttori agricoli, parteciperanno al forum. E in Italia esiste un comitato permanente per la sovranità alimentare con sede a Roma presso la Focsiv. In occasione del vertice Fao, Coldiretti ha organizzato a Roma il 29 maggio un confronto con Roppa, una rete di produttori dell?Africa dell?Ovest. «È un rapporto che va avanti da cinque anni», spiega il presidente di Coldiretti, Sergio Marini, «si basa sulla scommessa che le prerogative dei produttori europei e africani non siano inconciliabili. La vera causa di quest?impennata dei prezzi è stata la speculazione finanziaria: gli immobiliaristi si sono spostati sui mercati dei prodotti agricoli, meno regolamentati rispetto a quelli azionari. La bolla si sta già sgonfiando, ma di certo restano problemi strutturali da affrontare circa le politiche agricole, soprattutto nei Paesi più fragili». In questo quadro di crisi, dove l?utilizzo del grano per i biocarburanti ha giocato un ruolo rilevante, «diventa ancora più rilevante il ruolo della Fao», afferma Simona Beretta, dell?Alta scuola di economia e relazioni internazionali dell?università Cattolica. «Sarà anche un carrozzone che paga troppi stipendi, ma è l?unica depositaria dell?know how necessario ad affrontare la crisi. In questo momento è essenziale che il suo ruolo sia rafforzato e non indebolito».


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