Leggi

Salviamo le parafarmacie

Un progetto di legge punta ad abolirle. Eppure, come ha ricordato il presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà, hanno creato risparmi e posti di lavoro. Anticipazione dell'editoriale di Consumers' Magazine in edicola con Vita

di Redazione

«In tre anni sono stati aperti quasi tremila corner e parafarmacie. La loro quota di mercato è vicina al 6% dei farmaci di automedicazione. Lo sconto praticato ha margini tra il 3% e il 22,5%. I farmacisti nuovi occupati sono circa cinquemila». I dati li ha snocciolati il presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà nella sua relazione annuale al Parlamento (scaricabile qui accanto). E li ha citati come uno degli esempi positivi di liberalizzazione avviate che non devono essere stoppate. Catricalà l’ha detto chiaro: «In Parlamento va scoraggiato lo stillicidio di iniziative volte a restaurare gli equilibri del passato, a detrimento dei consumatori». Il riferimento, nel caso delle parafarmacie, è al disegno di legge Gasparri-Tommassini, che ne propone l’abolizione. «Nella  distribuzione farmaceutica», ha detto Catricalà «l’approvazione di riforme che riportino indietro le lancette dell’orologio ripristinerebbe di fatto il monopolio delle farmacie tradizionali, con la conseguente fuoriuscita dei tanti nuovi operatori».

Insomma, un altolà che più chiaro non si può. Ma che rischia di rimanere inascoltato. Del tema si occupa anche Rossella Miracapillo, segretario generale del Movimento Consumatori, nell’editoriale del nuovo numero di Consumers’ Magazine, il mensile dei consumatori, in edicola con Vita Non Profit Magazine da venerdì. Eccone un’anticipazione:

«Dopo una lunga battaglia legale, la Corte di giustizia europea ha chiarito che l’Italia non viola il diritto comunitario facendo gestire le farmacie esclusivamente ai farmacisti. Questa è stata l’occasione per Tomassini e Gasparri (autori di una proposta di legge per l’abolizione delle parafarmacie) di dichiarare che la loro proposta è in linea con la legge europea. Veramente la Corte di giustizia dice un’altra cosa, cioè sostiene semplicemente che l’Italia non viola alcuna legge ponendo come criterio esclusivo per essere titolari di una farmacia, l’essere in possesso di una laurea in farmacia.Tale  sentenza, semmai rafforza il binomio farmaco-farmacista. Binomio esaltato anche da una recente ricerca Eurisko, per cui l’84% dei consumatori ritiene indispensabile il farmacista per la dispensazione e il consiglio del farmaco. Perfettamente in linea con quanto accade sia nelle farmacie che nelle parafarmacie e nei corner della grande distribuzione.
Sembra davvero incredibile che un governo che si dichiara aperto alle liberalizzazioni  di numerosi servizi pubblici, si stia invece battendo strenuamente per bloccare le liberalizzazioni già attuate. Che male fanno le parafarmacie? Ai consumatori piacciono: hanno consentito di trovare farmaci e farmacisti in posti scoperti dalle farmacie regolamentate da piante organiche che invece si concentrano tutte in zone ristrette. Hanno consentito lo sviluppo di concorrenza in un mercato quanto mai chiuso. Si sono creati nuovi posti di lavoro. Tali realtà hanno sottratto solo l’1,9% del mercato della farmacie convenzionate. E i dati di vendita assoluti hanno dimostrato che la maggiore disponibilità non ha portato all’abuso di farmaci (…)»

Rossella Miracapillo

 


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA