Welfare

Salvato, fuori chi si batte per i detenuti

Una legislatura spesa a denunciare la vergogna del carcere e a battersi contro la pena di morte. Ma per i Diesse non basta. O è troppo

di Giampaolo Cerri

È difficile dire quali logiche abbiano prevalso. L?unica sede in cui sono stata chiamata è stata una riunione di donne, per stabilire i criteri per la rappresentanza. Non sono stata invitata da nessun altra parte e quindi so dire poco di più». Nella voce di Ersilia Salvato, pasionaria diessina dei diritti civili, si coglie una punta di amarezza e di stupore, per il modo in cui è stata messa in un angolo. Ma è solo un attimo: «Spero proprio che le priorità dei temi sociali siano nel programma e che, a questo punto, qualcun altro si incarichi di sostenerle».

Vita:I Ds sono un partito importante per tanti volontari, questo modo di valutare il lavoro di una legislatura stupisce?
Salvato:Ma no, la valutazione dei temi sarà stata fatta, Livia Turco è stata candidata?
Vita:Se solo la Turco, per quanto brava, rappresenta il sociale nel maggior partito della sinistra italiana?
Salvato:È un esempio. Ci saranno sicuramente altri?
Vita:Intanto conosciamo la lista degli esclusi, piena dei nomi di chi si è impegnato sui temi dei diritti, del carcere?
Salvato:Eh sì, questo può dare una certa inquietudine. Quanti si sono spesi, non solo sui temi dell?ordine pubblico e delle sicurezza, ma sul terreno della vita delle persone, della parità dei diritti, sullo scandalo del carcere, hanno evidentemente arrecato una molestia enorme. Quando si parla del sociale ?normale?, le porte della politica si aprono, quando si toccano temi più scottanti, come la vergogna che si annida dietro le porte di ogni prigione, come l?ergastolo, insomma temi più impopolari, le cose cambiano.
Vita:La società civile ha le sue colpe..
Salvato:Non credo proprio. Anzi nel mio caso, quando si è profilata l?esclusione, c?è stato un appello, sottoscritto da molti, che mi ha davvero commosso e dato coraggio. Segno che a volte certe battaglie si possono condurre in solitudine nel palazzo, ma incontrando tanta gente fuori.
Vita:Qualcuno comincia a parlare di astensionismo?
Salvato:Il tema del non voto, dei delusi, dei tanti, dentro la società civile, che non vedono rappresentante le proprie istanze, avremmo dovuto analizzarlo prima a sinistra, avremmo dovuto pensarci prima a sinistra. Io spero che l?astensionismo non ci sia: far vincere le destre mi sembra un risultato peggiore.
Vita:C?è una battaglia che avrebbe voluto portare a termine?
Salvato:Quella sulla pena di morte. Nei miei viaggi all?estero avevo stabilito dei rapporti importanti su questo, anche negli Stati Uniti e non solo in ambito politico e culturale, ma anche fra le associazioni e i movimenti. Spero che altri si incarichino di proseguirli.
Vita:E una battaglia che è contenta di aver fatto?
Salvato:Quella che ha salvato la vita a due ragazzi uzbeki condannati a morte. Vale una legislatura
Vita:Cosa andrà a fare Ersilia Salvato?
Salvato:Innanzitutto la campagna elettorale, come una militante qualunque. Poi mi prenderò cura un po? di me. Per il dopo ci saranno sicuramente le strutture e le relazioni umane per ricominciare a impegnarsi su questi temi.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.