Famiglia

Salvare vite con un biberon: il sogno di GratzUp

Mauro Gazzelli e Shairin Sihabdeen hanno lanciato una campagna di finanziamento collettivo su Indiegogo. Obiettivo realizzare The Ls - The Life-saving baby bottle che si autosterilizza e potrebbe salvare milioni di bambini che oggi muoiono per infezioni gastrointestinali

di Antonietta Nembri

L’hanno chiamato semplicemente The Ls, ovvero The Life-saving baby bottle: un biberon che si auto-sterilizza e può salvare la vita a centinaia di migliaia di bambini dei Paesi più poveri dove – ricordano i dati dall’Organizzazione mondiale della sanità – ogni giorno quasi 4mila bambini muoiono per infezioni gastrointestinali.

A inventare questo particolarissimo biberon che non solo sterilizza se stesso, ma anche il suo contenuto senza l’intervento di agenti chimici, gas o corrente elettrica sono stati Mauro Gazzelli e Shairin Sihabdeen che hanno fondato GratzUp e ora puntano al finanziamento collettivo del loro progetto su Indiegogo. Mauro Gazzelli, nato in Italia nel 1978, ha studiato marketing e Management all’Università di Lugano e ha lavorato come manager in diverse compagnie prima di puntare su questo progetto. Shairin Sihabdeen, nata in Svizzera da madre elvetica e padre originario dallo Sri-Lanka ha studiato medicina a Losanna e attualmente lavoro all’Ospedale civico di Lugano.

Insieme hanno un sogno: salvare delle vite umane, come raccontano riconoscendo che tutti ne hanno uno: c’è chi sogna di volare sulla luna, o scrivere un libro, girare il mondo o sposarsi, provare il bungee jumping o vincere una gara di Triathlon. Il loro sogno è di salvare una vita e perché no, un intero villaggio. Sta solo a noi tentarci. «Era una di quelle sere in cui si comincia a riflettere su quanto il semplice fatto d'essere nato in un certo angolo di mondo basti a determinare le sorti di un individuo» ricordano Mauro Gazzelli e Shairin Sihabdeen. «Ci sono madri che si augurano un giorno di diventare nonne ed altre, invece, per cui allevare un figlio fino all'età in cui muoverà i suoi primi passi è un raro privilegio. Volevamo fare qualcosa di più che parlarne e senza quasi accorgercene, ci siamo trovati ad abbozzare il primo The Ls».

L’abbozzo dell’idea è disegnato su un tovagliolino in un bar di Losanna. Il passaggio al primo prototipo poi è stato breve. Continuano: «Mossi dall'entusiasmo e dalla convinzione che questo progetto meritasse quantomeno un tentativo, abbiamo iniziato la realizzazione del primo prototipo e dopo qualche mese di test, che hanno prodotto i risultati che speravamo, siamo riusciti a brevettare il nostro biberon auto sterilizzante che ridurrà sensibilmente il rischio di infezioni derivanti dalle scarse condizioni igienico sanitarie». I test di laboratorio sono stati effettuati nei laboratori del professor Luca Paltrineri a Lugano.

Due anni dopo i primi passi e una serie di esami di laboratorio che hanno confermato la giustezza dall’intuizione del biberon autosterilizzante Mauro e Shairin hanno costituito una società negli Stati Uniti e riuscire così ad approdare sulla piattaforma di crowdfunding Indiegogo. Troppe idee, infatti, rischiano di rimanere sulla carta solo per la mancanza di fondi. Oltretutto, il finanziamento collettivo è in perfetta sintonia con la filosofia di GratzUp che basa la sua intera campagna sui concetti di partecipazione e trasparenza.

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Ma come funziona questo biberon salva-vita? In pratica si tratta di una bottiglia di metallo dotato di tettarella e chiusura ermetica e soprattutto di una valvola di sicurezza del tipo di quelle per moka o pentola a pressione. Una volta riempita d’acqua e chiusa, basterà metterla sulla fiamma e aspettare due minuti dal fischio della valvola per toglierla. Dopo altri quindici minuti basterà svitare il tappo, inserire il latte in polvere, agitare e usare.
L’acqua all’interno del biberon Ls arriva a 135 gradi Celsius, una temperatura alla quale i batteri responsabili delle infezioni gastrointestinali degradano e divengono inattivi. In pratica con una sola mossa viene sterilizzata l’acqua, il contenitore e la tettarella.

Obiettivo di GratzUp è quello di raccogliere fondi per arrivare a una prima produzione test di 200 pezzi nell’aprile dell’anno prossimo. In parallelo sarà sviluppata anche un’app per tracciare la spedizione di ciascun biberon e monitorare l’attività.

«Un piccolo contributo da parte di ciascuno di noi può fare un’enorme differenza, per tanti. Un biberon ha un costo di 30 dollari statunitensi e al costo di piccole cose, come 30 caffè, potremmo tutti salvare una vita» è l’appello finale di Mauro Gazzelli. L'obiettivo è ambizioso: 170mila dollari in 45 giorni.

Foto in apertura di Sanjay Kanojia/AFP/Getty Images


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