Volontariato

Salute: rischio tumore correlato a lavoro

Uno studio svizzero su 58mila persone lo proverebbe

di Giampaolo Cerri

Il rischio per un uomo di ammalarsi di cancro e’ direttamente in rapporto con la collocazione socioeconomica: varia cioe’ notevolmente secondo l’attivita’ professionale e l’appartenenza a un determinato gruppo sociale. E’ quanto emerge da uno studio condotto in Svizzera su oltre 58’000 pazienti di sesso maschile e presentato ieri a Berna. Il rischio di tumore alla faringe, alla laringe, all’esofago o ai polmoni e’ doppio per un operaio rispetto a un quadro dirigente. Chi sul lavoro ha facile accesso all’alcool, i cuochi in particolare ma anche altro personale della ristorazione e dell’industria albereghiera, corre un piu’ alto rischio di cancro all’apparato digerente e respiratorio superiore. I tumori allo stomaco sono piu’ frequenti fra contadini e operai di edilizia e chimica, quelli del naso fra persone occupate nella lavorazione del cuoio e del legno. Secondo studi europei, il dieci per cento dei cancri ai polmoni tra gli uomini sono da ricondurre all’esposizione all’amianto sul posto di lavoro. Per la Svizzera questa relazione non ha ancora potutto essere provata, indicano gli autori dello studio. A rischio in generale sono gli uomini degli strati sociali piu’ bassi, il cui modo di vita influisce pure spesso sfavorevolmente sulla salute: un eccessivo consumo di alcol e tabacco, in particolare, aumenta il rischio di cancro. I piu’ fortunati socialmente non hanno tuttavia troppo da rallegrarsi. Sono infatti prediletti da altre forme di tumore: alla pelle, ai testicoli e alla prostata. Chi lavora seduto deve temere un tumore al colon e i dentisti hanno un rischio particolarmente alto di cancro al fegato. Le cause delle singole malattie sono in parte ancora ignote. Gli effetti di talune sostanze devono ancora essere analizzate piu’ a fondo, ha affermato in una conferenza stampa Christine Bouchardy, coautrice dello studio. Non e’ neppure possibile stabilire quanti cancri in Svizzera siano da attribuire a cause legate all’attivita` professionale. In Europa la stima e’ di un cinque-dieci per cento. L’Associazione svizzera dei registri dei tumori e la Lega svizzera contro il cancro (LSC) propongono sulla base dello studio diverse misure. Innanzitutto nell’ambito della prevenzione. Occorre per esempio convincere le persone che lavorano all’aperto a proteggersi dal sole e in tal modo dal cancro alla pelle. Chi per professione e’ sempre seduto e dunque piu’ soggetto al cancro al colon dovrebbe ricordarsi di far piu’ movimento. Importante e’ anche la prevenzione contro l’alcol e il tabacco, ha sottolineato Christine Bouchardy. I lavoratori devono inoltre essere meno esposti ad agenti cancerogeni. Attualmente sono note almeno 30 sostanze cancerogene con le quali singoli gruppi professionali vengono in contatto. Il sistema di sorveglianza sui rischi professionali va potenziato e va promossoil riconoscimento di rischi specificamente legati alla professione.


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