Welfare

Salute mentale: trenta enti del sociale chiedono al Comune di Milano di non tagliare i fondi

«Mai come quest’anno la chiusura del bilancio del Comune di Milano è stata difficile e ha comportato, in vari ambiti, scelte dolorose e tagli». Il coordinamento milanese del terzo settore per la salute mentale, composto da più di trenta enti del privato sociale, chiede all’amministrazione comunale di «trovare le risorse necessarie per riavviare i progetti e garantire le risorse economiche del Fondo Sociale». «Capiamo la situazione- dice Don Virginio Colmegna, ex presidente della Casa della Carità– ma siamo molto preoccupati»

di Sabina Pignataro

Il Comune di Milano, in chiusura di Bilancio, ha dovuto dare scelte dolorose e tagli. Tra questi, non fanno eccezione le risorse del Welfare e in particolare quelle che da anni sostengono i progetti di reinserimento sociale, lavorativo e abitativo delle persone con disagio mentale.

«Capiamo la situazione- dice Don Virginio Colmegna, che dal 1993 al 2003 è stato direttore della Caritas Ambrosiana e dal 2002 al febbraio 2023 è stato presidente della Fondazione Casa della Carità “Angelo Abriani”, ente voluto dall’allora Arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo Maria Martini.

I tagli impattano sia sul Fondo Sociale che il Comune mette a disposizione dei Centri Psicosociali – gestiti dai Dipartimenti di Salute Mentale milanesi per realizzare i tirocini lavorativi e per i sussidi ai cittadini in particolare difficoltà economiche – sia sui progetti territoriali a titolarità dei Dipartimenti di Salute Mentale milanesi e gestiti spesso in collaborazione con gli enti del Terzo Settore.

«Parliamo di progetti particolarmente utili e innovativi che nascono dall’esperienza pluriennale di cui hanno beneficiato le persone con disagio mentale, come Proviamociassieme, un progetto nato nel 2000, promosso e finanziato dall’Assessorato alle Politiche sociali e abitative del Comune di Milano e realizzato in convenzione con il Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze dell’ASST Fatebenefratelli – Sacco. Il progetto parte da una convinzione: la sofferenza mentale prolifica laddove alla periferia urbana si sovrappone una periferia sociale. Dove i legami sono labili, provocando isolamento e chiusura. Lenire questa sofferenza significa ricreare connessioni e promuovere scambio e conoscenza tra le persone e tra i soggetti, formali e informali, del territorio.

Numerose cittadine e cittadini proprio in questi giorni, stanno ricevendo comunicazione dell’interruzione del proprio progetto di inclusione o della drastica diminuzione delle risorse a disposizione. Allo stesso tempo, anche gli operatori che da inizio anno sono ingaggiati sui vari interventi non sanno se vedranno riconosciuto economicamente il loro lavoro. Lavoro che, nonostante il mancato rinnovo delle convenzioni in atto e i continui rinvii delle decisioni circa la continuazione degli interventi in corso, non si è mai interrotto nel rispetto della dignità e necessità degli assistiti e dell’etica professionale di operatrici e operatori.

La Casa della Carità è da sempre impegnata nell’ambito della sofferenza mentale, partendo dal presupposto che il disagio psichico non sia una malattia da stigmatizzare ma una questione di salute mentale che riguarda tutti e seguendo la strada indicata da Franco Basaglia: quella della deistituzionalizzazione.

«L’auspicio – conclude Don Virginio Colmegna- è che l’Amministrazione Comunale possa rendersi conto immediatamente della gravità di questa scelta e riesca, già dall’imminente assestamento di bilancio di giugno, a trovare le risorse necessarie per riavviare i progetti e garantire le risorse economiche del Fondo Sociale».

Altrettanto importante è riavviare un processo di co-programmazione tra il Comune di Milano, i Dipartimenti di Salute Mentale e gli Enti del Terzo Settore che rimetta al centro del dibattito cittadino il tema del disagio mentale che in questi ultimi anni, anche a seguito della pandemia e della crisi economica, si è notevolmente trasformato e aggravato. Il Coordinamento milanese del Terzo Settore sulla Salute Mentale- è composto da più di trenta enti del privato Sociale – cooperative sociali, fondazioni, associazioni di familiari e di utenti. e CGIL e UIL manifestano tali preoccupazioni anche a seguito delle numerose richieste di sostegno arrivate in questi ultimi mesi. Il coordinamento è presente, con i propri referenti, nel Tavolo Permanente sulla Salute Mentale del comune di Milano, nell’Organismo di Coordinamento sulla Salute Mentale dell’ATS Città Metropolitana di Milano e nel Forum Milanese del Terzo settore.

Hanno aderito all'appello:

– Associazione Zuccheribelli

– Filo di Arianna scs onlus

– Art UP Facilitatori Arte e Salute APS

– URASAM

– Cooperativa sociale A&I

– Cooperativa sociale Amaltea

– CREA Soc.Coop.Soc

– La Fabbrica di Olinda società cooperativa sociale onlus

– Fondazione Bertini Malgarini

– Diversamente ODV

– Cambiare la rotta onlus

– Associazione Contatto APS per la promozione delle reti sociali naturali

– L’albero di Jacopo

– Il giardino degli aromi

– Associazione Fare Assieme

– Fraternità e Amicizia

– Fondazione Lighea

– Associazione AIEMm

Foto in apertura, Don Virginio Colmegna

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