Welfare

Salute mentale: ancora persone legate ai letti

La denuncia di Unasam-Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale,

di Redazione

“Le persone continuano ad essere legate in un numero notevole di Servizi psichiatrici di diagnosi e cura, e numerose violazioni vengono denunciate anche in altri reparti ospedalieri (in particolare neurologia, pediatria, geriatria)”. E’ uno dei passaggi dell’intervento-denuncia di Gisella Trincas, presidente dell’Unasam-Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale, i cui rappresentanti si sono riuniti oggi a Roma per un seminario. “Nella maggior parte dei Servizi psichiatrici di diagnosi e cura- continua Trincas- le porte sono chiuse e la metodologia di lavoro e’ di tipo manicomiale: da una parte i pazienti, dall’altra gli infermieri”. Rimprovera Trincas: “Abbiamo atteso invano che dalle Regioni si destinasse ai Dipartimenti di salute mentale almeno il 5% del fondo sanitario, come sollecitato nel secondo Progetto obiettivo salute mentale”. Nel Paese persistono, dice Trincas, situazioni “molto difficili e inaccettabili”. Come “il ricorso a pratiche coercitive e lesive della dignita’ della persona, in molti Servizi psichiatrici, che violano i diritti umani (contenzione fisica, porte chiuse, videosorveglianza, elettoshock e forte contenimento farmacologico)”. Come il “non adeguato sostegno ai familiari”, o “l’abbandono di molti casi difficili, che non si presentano nei centri di salute mentale e, quindi, vengono dimenticati dagli operatori”. E poi il “non adeguato sostengo e tutela ai bambini e adolescenti, figli o fratelli di persone con sofferenza mentale”.

Per approfondire: Livia Bicego, Liberare gli anziani dalla contenzione, in Communitas n. 12, Le apocalissi della mente, in vendita nelle librerie Feltrinelli o a richiesta allo 02.5522981


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