Politica

SALUTE. La Ue: più frutta nelle scuole

A disposizione 90 milioni di euro per incentivare il consumo da parte dei ragazzi

di Gabriella Meroni

È stato raggiunto ieri un accordo politico in sede di Consiglio Agricoltura della Commissione Europea sulla proposta della Commissione stessa di lanciare un programma su scala europea per la distribuzione di frutta e verdura agli alunni delle scuole. Fondi europei per 90 milioni di euro all’anno consentiranno l’acquisto e la distribuzione di frutta e verdura fresche nelle scuole e saranno integrati da fondi nazionali e privati negli Stati membri che hanno scelto di fruire del programma. Il programma “Frutta nelle scuole” mira ad incoraggiare nei giovani l’acquisizione di buone abitudini alimentari, che, secondo gli studi, vengono in seguito generalmente mantenute. Oltre alla distribuzione di frutta e verdura al gruppo destinatario di alunni delle scuole, il programma prevede l’elaborazione di strategie da parte degli Stati membri partecipanti, comprendenti iniziative educative e di sensibilizzazione e la condivisione delle migliori pratiche. Si stima che 22 milioni di bambini nell’Unione europea siano sovrappeso. Di questi, oltre 5 milioni sono obesi e questa cifra è destinata ad aumentare di 400 000 ogni anno. Un’alimentazione migliore può svolgere un ruolo importante per contrastare questo problema. Il programma prenderà avvio all’inizio dell’anno scolastico 2009/2010.

«Sono lieta che il Consiglio abbia dato il suo sostegno al nostro programma in tempi così brevi», ha dichiarato Mariann Fischer Boel, commissaria all’agricoltura e allo sviluppo rurale. «È fondamentale dare ai bambini buone abitudini alimentari nell’infanzia perché le manterranno negli anni successivi. Sono troppi i bambini che non mangiano abbastanza frutta e verdura e spesso non sanno quanto siano buone. Basta percorrere le strade principali delle nostre città per rendersi conto dell’entità del problema rappresentato dai bambini sovrappeso. Ora possiamo fare qualcosa per rimediarvi».

Gli esperti sono d’accordo sul fatto che un’alimentazione sana può svolgere un ruolo fondamentale nel ridurre i tassi di obesità e, quindi, il rischio di soffrire di gravi problemi di salute – come le malattie cardiovascolari e il diabete di tipo 2 – negli anni successivi. A questo fine è essenziale consumare quantità sufficienti di frutta e verdura. L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda un consumo netto giornaliero minimo di 400 grammi di frutta e verdura a testa. La maggioranza degli europei non raggiunge questo obiettivo e il consumo è in calo soprattutto fra i giovani.

Gli studi mostrano che le buone abitudini alimentari si acquisiscono nell’infanzia. Chi mangia molta frutta e verdura da piccolo resta un buon consumatore di questi alimenti, mentre chi ne mangia poca generalmente non modifica le proprie abitudini e le trasmette ai figli. Dalle ricerche è emerso inoltre che le famiglie a basso reddito tendono a consumare meno frutta e verdura. La distribuzione gratuita di questi prodotti sani nelle scuole può quindi rappresentare un elemento decisivo, soprattutto nelle zone svantaggiate.

L’analisi delle politiche nazionali esistenti effettuata dalla Commissione e le consultazioni con gli esperti hanno dimostrato che i benefici del programma per portare la frutta nelle scuole possono essere accresciuti se la distribuzione di frutta è accompagnata da misure di sensibilizzazione e da azioni pedagogiche finalizzate a insegnare ai bambini l’importanza delle buone abitudini alimentari. Sarà inoltre incoraggiata la condivisione in rete delle conoscenze fra diverse autorità nazionali che attuano con successo programmi di promozione del consumo di frutta nelle scuole. Questi programmi esistono già, in forme diverse, in alcuni paesi dell’UE. Ma si può fare molto di più e questo progetto dell’Unione europea offre la base ideale per avviare altri programmi.

La Commissione mette a disposizione 90 milioni di euro all’anno per la distribuzione di frutta e verdura nelle scuole. I governi avrebbero la scelta se partecipare o no. I programmi sarebbero cofinanziati al 50% (al 75% nelle cosiddette “regioni di convergenza”, in cui il PNL per abitante è più basso, e nelle regioni ultraperiferiche). Gli Stati membri che lo desiderano possono richiedere un contributo obbligatorio dei genitori. Questi fondi non potrebbero essere utilizzati per sostituire finanziamenti nazionali esistenti, ma incoraggerebbero attività supplementari, correlate ai programmi esistenti o completamente nuove. E naturalmente gli Stati membri, volendo, potrebbero aggiungere fondi supplementari. Le autorità nazionali dovrebbero elaborare una strategia in collaborazione con le autorità sanitarie e le autorità didattiche, coinvolgendo anche l’industria e i gruppi di interesse; tale strategia sarebbe ovviamente adattata alle preferenze nazionali.

Informazioni e documentazione sul programma “Frutta nelle scuole” sono disponibili al seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/agriculture/markets/fruitveg/sfs/index_en.htm

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