Economia

SALUTE. Il farmaco a marchio Coop raddoppia

Nel 2008, i CoopSalute hanno generato un risparmio per i consumatori stimabile in quasi 13 milioni di euro

di Maurizio Regosa

15 giugno 2009: è la data in cui soci e consumatori troveranno sugli scaffali degli 89 CoopSalute in tutta Italia il Paracetamolo Coop (sarà prodotto dalla Zeta Farmaceutici). 20 compresse (contenenti 500 milligrammi di principio attivo ciascuna) a un prezzo di 1,50 euro. Il farmaco leader e equivalente (la notissima “Tachipirina”) viene venduto nei CoopSalute a un prezzo di 3,07 euro, ma nelle farmacie può superare i 4 euro.  

Dopo l’acido acetilsalicilico e acido ascorbico Coop,di cui in un anno sono state vendute circa 200.000 confezioni, il farmaco a marchio Coop raddoppia. «Il punto di partenza è analogo a quello del precedente farmaco a marchio (che viene venduto a 2, 00 euro pari a un -69% rispetto al prezzo medio praticato in farmacia dal prodotto di marca equivalente)» – spiega Vincenzo Tassinari, presidente del Consiglio di Gestione di Coop Italia – «Ovvero offrire alle famiglie italiane un prodotto di assoluta qualità, sul quale abbiamo svolto analisi e controlli rigorosi, andando ben oltre il semplice rispetto della normativa. La qualità unita alla convenienza. Un solo dato mi sembra sufficiente per testimoniare la bontà del processo di liberalizzazione avviato nella distribuzione dei farmaci otc-sop: rispetto ai prezzi medi praticati dalle farmacie tradizionali, il socio e consumatore di CoopSalute ha goduto nel 2008 di un risparmio, sul solo farmaco, di oltre 9 milioni di euro (mediamente -25%) che se si aggiungono ai 4 milioni risparmiati anche sul parafarmaco, diventano 13 milioni di euro».

«La scelta di un farmaco a marchio a base di paracetamolo» – continua Tassinari – «è importante perché si tratta del principio attivo più venduto nel mercato italiano dei farmaci di automedicazione. È una strada su cui intendiamo continuare, partendo proprio dai prodotti che le famiglie italiane usano maggiormente per la propria salute». Sono i benefici effetti della liberalizzazione, ricorda Coop, rispetto ai quali è in corso il tentativo da parte della maggioranza di ridimensionare fino ad azzerare le iniziative varate da Bersani.

«La situazione è paradossale» – commenta Aldo Soldi, presidente Coop-Ancc –  «Stiamo parlando di un settore, quello della distribuzione dei farmaci da banco, riorganizzato da appena 3 anni con indubbi benefici: prezzi più bassi e maggior servizio, senza che nessuno dei rischi a suo tempo paventati si sia attuato. Benché le proposte di modifica legislativa non siano omogenee fra di loro, tutte tendono comunque a ridimensionare quanto fino ad ora è stato liberalizzato. La posizione di Coop, basata peraltro sull’esperienza di questi anni, è che la liberalizzazione dovrebbe essere ulteriormente sviluppata, non ridimensionata. È importante mantenere una pluralità di canali a disposizione dei consumatori, perché questo aumenta il servizio e introduce positivi elementi di concorrenza, sia sui prezzi che sull’offerta più in generale. Pensiamo a tre canali: le farmacie, il cui ruolo non è in discussione e che continuano a distribuire tutti i farmaci, le parafarmacie e i corner previsti dalla legislazione attuale che, con la presenza del farmacista, distribuiscono otc e sop e altri farmaci della fascia C non a carico del servizio sanitario nazionale, un elenco più limitato di medicinali, stabilito dall’Aifa, vendibile anche senza la presenza obbligatoria del farmacista. Questa posizione è condivisa con altre organizzazioni della distribuzione (Confcommercio, Federdistribuzione, Ancd) tant’è che abbiamo assunto, e ve ne sono altre in programma, iniziative congiunte verso Governo e Parlamento. Anche perché è evidente che il settore non può vivere in una prolungata incertezza normativa».

 

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