Welfare
Salute dei migranti, la Turco nomina una task force
Il nuovo organismo dovrà impegnarsi per la piena accessibilità dei servizi sanitari da parte degli immigrati presenti sul territorio nazionale
Anche il ministro della Sanità ne ha preso atto: i dati sanitari disponibili evidenziano una ?fragilità sociale? della popolazione immigrata che mostra anche situazioni di sofferenza sanitaria, «in gran parte imputabili a incerte politiche di accoglienza e integrazione, a difficoltà di accesso ai servizi, a problematiche relazionali-comunicative».
Lo si trova scritto, nero su bianco, nel recente decreto istitutivo della commissione Salute e immigrazione, un organismo tecnico che Livia Turco ha investito di importanti responsabilità: sostenere l?iniziativa del ministero (secondo le indicazioni del Piano sanitario 2006-08) per la promozione e la tutela della salute degli stranieri presenti sul territorio nazionale, immigrati, rifugiati, richiedenti asilo e Rom.
Il nuovo organismo dovrà impegnarsi per la piena accessibilità dei servizi sanitari da parte degli immigrati presenti sul territorio nazionale; dovrà proporre soluzioni e valorizzare le competenze professionali degli stranieri e dei mediatori interculturali in campo sanitario; sarà chiamato a costruire campagne informative fino alla progettazione di un piano integrato di intervento tra ministero, Regioni ed enti locali sul tema della salute degli extracomunitari.
«È vero che la popolazione immigrata mostra ambiti di sofferenza sanitaria, superabili solo attraverso politiche di integrazione in grado di favorire e difendere lo sviluppo della coesione sociale, non solo in ambito sanitario», commenta Salvatore Geraci, presidente della Società italiana di Medicina delle migrazioni, appena nominato tra i membri della commissione. Geraci, che è anche responsabile area sanitaria della Caritas di Roma, ha recentemente presieduto il convegno Fragilità sociale e tutela della salute, organizzato dalla Caritas della capitale in collaborazione con l?Istituto superiore di sanità. L?appuntamento ha lo scopo di favorire il confronto sui differenti approcci sanitari tra il settore pubblico e quello del privato sociale verso le fasce più deboli della popolazione.
Nell?occasione è stato presentato il secondo rapporto dell?Osservatorio italiano sulla salute globale (A caro Prezzo. Le disuguaglianze nella salute, ed. ETS Pisa) che affronta le crescenti disuguaglianze sanitarie nel mondo e le cause da cui scaturiscono. Nell?ultima parte, il rapporto pone l?accento sulle disuguaglianze della salute all?interno delle nazioni, con un particolare focus sui fenomeni migratori. Ne emerge la sostanziale ?buona salute? dei cittadini immigrati ma con particolari fragilità sociali. Paradigmatici i casi delle interruzioni volontarie di gravidanza delle straniere in Italia, passati dai 10mila casi del 1996 agli oltre 32mila del 2003 (il 26% del totale) e il crescente numero di infortuni sul lavoro, con un?incidenza del 6,5% (doppia a quella degli italiani).
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