Welfare

Saint-Denis: la polizia sul banco degli imputati

Al via il processo contro cinque poliziotti di un commissariato della banlieue parigina accusati di abusi sessuali e di racket

di Joshua Massarenti

Si è aperto stamane presso il Tribunale correzionale di Bobigny, nella Seine-Saint-Denis (Parigi), un processo contro cinque ex agenti di polizia della commissariato di Saint-Denis. Accusati di abusi sessuali su prostitute di origine asiatica e est-europea e atti di racket risalenti al 2003, gli ex poliziotti erano stati sospesi dalle loro funzioni nel 2004 al termine di un’inchiesta interna della polizia nazionale francese. Due degli agenti sono in carcere, mentre gli altri tre sono stati rilasciati in libertà sotto lo stretto controllo della giustizia. Gli ex agenti sono anche accusati di aver “spogliato” venditori ambulanti dei loro beni. I soldi ricavati dalla rivendita del materiale sequestrato (video e informatico) servivano a organizzare festini al commissariato di Saint-Denis. Ma non solo. Secondo l’inchiesta, due poliziotti che appartenevano alle unità di polizia di prossimità (messa in piedi dall’ex premier Jospin per interventi diretti nei quartieri e perfierie più difficili), si recavano regolarmente a una discoteca nel nord di Parigi per molestare prostitute prive di permessi di soggiorno. Così, il sesso orale diventava moneta di scambio per evitare l’arresto. Il caso aveva fatto provocato forti emozioni tra gli abitanti di Saint-Denis, in particolar modo i giovani, spesso al centro di scontri e tensioni con la polizia locale. Karim, 30 anni, spera che “questa vicenda possa rivelare il marcio che c’era dentro quel commissariato. Molti di questi poliziotti erano di Marsiglia e noti per essere apertamente razzisti. E’ piuttosto strano” aggiunge con una punta di ironia “che alcuni di loro abbiano avuto rapporti sessuali con ragazze asiatiche”.


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