Formazione

Safesurfing, cinque video per stare al sicuro online

Navigare ed essere sui social aiuta le persone con disabilità intellettiva ad essere più autonomi e più inclusi nella società. Allo stesso tempo sono persone più vulnerabili. Il progetto Safesurfing, cui Anffas partecipa, vuole far crescere la loro consapevolezza

di Sara De Carli

Furto di identità, cybercrimini e cyberbullismo: ai tempi di web 2.0 e di social network, la protezione dei dati personali è un problema che riguarda tutti noi. Il tema però diventa ancora più delicato quando si parla di persone con disabilità intellettiva: navigare, essere sui social, condividere informazioni per molti di loro è un tassello importante per vivere in maniera più autonoma ed essere maggiormente inclusi nella società, ma allo stesso tempo si tratta di persone più vulnerabili e più esposte a rischi di abuso.

A dicembre 2014 l’Unione Europea ha lanciato il progetto "Safesurfing" (Stare al sicuro online), coordinato da Inclusion Europe, per formare le persone con disabilità intellettiva sulla protezione dei dati sul Web. I quattro Paesi coinvolti – Italia, Polonia, Inghilterra e Spagna – hanno ora realizzato dei video-tutorial, pubblicati sul sito di SafeSurfing. Le persone con disabilità intellettive hanno partecipato in prima persona sia nell’individuare i contenuti sia recitando nel video stesso; ogni associazione partner ha lavorato su un tema e tutti i video saranno tradotti nelle cinque lingue del progetto (italiano, francese, inglese, spagnolo, polacco). Progetto e video saranno presentati durante la ICT 2015, la fiera “Innovate, Connect, Transform”, che si terrà a Lisbona dal 20 al 22 ottobre.

L’Italia, che partecipa con Anffas – Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, si è concentrata sulle opportunità e i pericoli dei dispositivi mobili. Insieme a Marco – un giovane alle prese con il suo nuovo smartphone, i suoi dubbi, le sue domande – e grazie ai consigli della sua amica Rosa il video spiega quali attenzioni avere per andare online con lo smartphone o il tablet in modo sicuro, quali dati condividere, quali foto pubblicare, quali app scaricare.

Sostenere le persone con disabilità intellettiva relativamente all’uso sicuro del web può avere un enorme impatto sul loro livello di indipendenza, sul loro benessere e sul loro senso di appartenenza alla società

Roberto Speziale, presidente di Anffas

«Se le persone con disabilità intellettiva non possono vivere tutti gli ambiti della vita con pari diritti e pari opportunità non può esserci piena inclusione nella società: sostenere le persone con disabilità intellettiva relativamente all’uso sicuro del web può avere un enorme impatto sul loro livello di indipendenza, sul loro benessere e sul loro senso di appartenenza alla società», afferma Roberto Speziale, presidente nazionale di Anffas. «Ormai tutti – anche chi ha una disabilità di tipo intellettivo e/o relazionale – utilizzano il web in ogni sua declinazione e non vi è motivo di lasciare indietro una determinata fascia di persone, che possono essere considerate a tutti gli effetti consumatori: le persone con disabilità intelletiva infatti utilizzano spesso in maniera autonoma strumenti come smartphone e tablet e per questo motivo devono essere messi in condizione di conoscere i possibili rischi e di sapere cosa fare per tutelarsi. Siamo felici di essere parte attiva di un progetto così innovativo, che siamo certi porterà a grandi risultati».

SafeSurfing, infatti, non prevede solo i video: da questi filmati saranno poi sviluppati dei webinar dedicati alle stesse tematiche, con cui si raggiungeranno oltre mille persone con disabilità intellettiva. Migliaia di altre persone potranno poi usufruire dei materiali informativi prodotti per il progetto e della formazione contenuta nei video.

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