Famiglia

Sacra Rota, richieste in aumento

Tremila coppie all'anno chiedono l'annullamento, anche grazie all'abbattimento dei costi

di Gabriella Meroni

Matrimoni dichiarati nulli dal tribunale della Rota Romana, popolarmente noto come Sacra Rota, un privilegio solo per ricchi? Oggi non e’ piu’ cosi’. La pratica, che consente ai coniugi di “cancellare” il proprio matrimonio e di risposarsi in chiesa, e’ diventata talmente diffusa che tempo fa costrinse Papa Benedetto XVI a un richiamo formale nei confronti dei giudici ecclesiastici: era il 29 gennaio dello scorso anno quando Ratzinger rivolse un appello a evitare “facili” dichiarazioni giudiziarie di nullita’. Che le cause siano in aumento lo testimoniano i numeri: negli ultimi 14 anni sono cresciute esponenzialmente, attestandosi intorno alle tremila all’anno. Su questo molto ha influito la scelta della Chiesa di destinare parte dell’8 per mille al funzionamento dei tribunali ecclesiastici, abbattendone i costi. Ma quali sono gli effetti dell’annullamento? La possibilita’ di potersi risposare in chiesa non e’ il solo vantaggio. Il coniuge che ottiene l’annullamento, a differenza del divorziato, non e’ piu’ tenuto a versare gli alimenti nei confronti dell’ex moglie. Una differenza di non poco conto in tempi di crisi.

Considerato che i motivi per chiedere di invalidare un matrimonio sono spesso difficilmente dimostrabili, il rischio che un matrimonio dichiarato nullo, perche’ viziato da un errore in origine, si trasformi in ‘divorzio mascherato’ e’ alto. Gli esempi di cause di nullita’ che hanno coinvolto personaggi pubblici sono innumerevoli e innumerevoli quelli celebri. Joseph Kennedy, sposato da 12 anni con Sheilla Rauch, con due figli, ottenne la nullita’ del matrimonio dalla diocesi di Boston, per una presunta quanto oscura ”mancanza della dovuta discrezione”. Altro celebre annullamento fu quello che sciolse le nozze del duca Amedeo d’Aosta. Anche la contessa Alberica Filo della Torre chiese e ottenne l’annullamento del suo matrimonio. Cosi’ come lo ottenne, tempo prima, l’inventore e fisico italiano Guglielmo Marconi. Ma quali sono i motivi che rendono nullo un matrimonio? L’impotenza copulativa e’ uno di questi, purche’ si riesca a dimostrare che sia antecedente al matrimonio e perpetua; seguono l’incapacita’ per insufficiente uso di ragione, incapacita’ per difetto di discrezione di giudizio, incapacita’ per cause di natura psichica, ignoranza, errore, dolo, simulazione, condizione e timore; infine il sacerdote che non abbia i requisiti formali di delega per assistere al matrimonio puo’ determinare una causa di nullita’ per difetto di forma canonica.

Quanto ai tempi, “dal momento in cui si avvia la causa di nullita’ fino al recepimento della sentenza nello Stato italiano, si calcola una media di 5-6 anni“, spiega l’avvocato rotale Angelo Cocci’a. Una volta ottenuta la dichiarazione di nullita’, cioe’ dopo la sentenza del tribunale ecclesiastico regionale e in grado di appello presso la ‘Rota Romana’, la sentenza viene recepita dall’ordinamento italiano attraverso un procedimento detto di ‘delibazione’, valido grazie al Concordato. Recentemente pero’ la Cassazione ha provato a porre un freno al recepimento automatico delle cause di nullita’: con la sentenza 1343 del 20 gennaio 2011 ha stabilito che i matrimoni di lungo corso annullati dalla Chiesa non sono annullabili automaticamente dallo Stato. In questo caso, spiega l’avvocato Cocci’a, “i coniugi sono liberi di sposarsi solamente in sede canonica, pero’ il matrimonio non e’ riconosciuto nullo nello Stato civile”.

Ma a livello psicologico, quali sono gli effetti della nullita’ del matrimonio? E’ realmente possibile convincersi che non sia mai esistito? “E’ risaputo che c’e’ un divario tra le cose che si affermano in tribunale e la realta’ psicologica – spiega Anna Oliverio Ferraris, docente di psicologia dell’eta’ evolutiva dell’universita’ Sapienza di Roma – Piuttosto bisogna chiedersi perche’ a tutti i costi si vuole annullare un matrimonio. La nullita’ puo’ fornire agli ex coniugi l’illusione di ripulire il proprio passato, perche’ il passato non si puo’ cancellare”. Meglio rassegnarsi, quindi: divorzio o annullamento che sia, il passato non si cancella.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA