Non profit
Sacconi: «repressione più ampia contro i falsi invalidi»
Il Ministro al question time della Camera spiega che «i conti non tornano, bisogna rivedere la qualità complessiva di questa spesa»
di Redazione
La spesa per prestazioni in favore dell’invalidità civile «ha assunto una incredibile dimensione» e per questo la «repressione» contro le false pensioni «deve essere più ampia» perché «i conti non tornano».
È quanto ha detto il ministro Maurizio Sacconi, nel question time in corso alla Camera. Secondo i dati presentati da Sacconi, negli ultimi cinque anni la spesa complessiva per le pensioni di invalidità è aumentata del 36,4%, equivalente a oltre 16 mld di euro, cioè un punto del prodotto interno lordo. Questo balzo della spesa, ha spiegato, «è coinciso con il passaggio della competenza alle Regioni», per cui «per anni coloro che accertavano e concedevano questi benefici, non erano quelli che pagavano, perchè continuava a pagare l’Inps». Il ministro ha quindi illustrato l’azione svolta nel 2009, con circa 200mila accertamenti di verifica: «Nell’11% dei casi si e’ avuta la non conferma dei requisiti sanitari originari». Una non conferma con percentuali variabili, dall’5,81% della Toscana al 19,2% della Campania, che ha avuto come conseguenza o la revoca del beneficio o la trasformazione in una prestazione economica meno favorevole.
La «repressione» deve essere più ampia – ha affermato ancora il ministro, «perche’ queste prestazioni sono indipendenti dal reddito, come nel caso dell’indennita’ di accompagnamento, e perche’ sono cumulabili in presenza di due o più invalidità. È necessario certamente omologare i criteri di accertamento, confermare che devono essere in capo allo stesso soggetto che poi eroga effettivamente quelle prestazioni. Ma dovremo anche ripensare la qualita’ complessiva di questa spesa con l’obiettivo di garantire prestazioni efficaci nei confronti di persone che si trovano in una condizione di invalidita’, ma contrastando le anomalie».
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