Non profit
Sacconi: «Il trasferimento dei fondi avverrà in tempi brevi»
Vanno però rivisti i criteri di utilizzo delle Regioni
di Redazione
Sulla non autosufficienza «la sollecitazione che le Regioni hanno rivolto al Governo ha sortito un primo effetto: quello della completa disponibilità dell’esecutivo ad affrontare il tema». Così una nota della Conferenza delle regioni parla dei fondi per la non autosufficienza. «Piena disponibilità», sottolineano le Regioni, del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per «evitare che si produca un ritardo nell’erogazione delle risorse previste dal Fondo nazionale per le non autosufficienze nel 2010, pari a 400 milioni».
Preoccupate per i tempi del trasferimento dei i fondi relativi alla non autosufficienza, le Regioni alcuni giorni fa avevano, per mano del presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, scritto al ministro per sensibilizzarlo. Pronta la risposta di Sacconi, secondo il quale è «necessario accelerare i tempi del confronto tecnico e politico» e «affrontare il tema di un più efficace utilizzo delle risorse afferenti al Fondo, pure riconfermando – data la situazione – i criteri di riparto delle risorse tra le Regioni e le Province autonome già utilizzati nel triennio 2007-09».
I titolare del Lavoro mette però in evidenza alcuni punti critici, fra cui la forte disomogeneità sull’utilizzo del Fondo: «tra le diverse realtà regionali e, pur non mancando esempi virtuosi, gli interventi previsti sono stati immaginati, in molti casi, prescindendo da una logica di integrazione socio-sanitaria». D’altra parte, «è ampiamente dimostrato il ritardo di alcune Regioni, in particolare del Mezzogiorno, nell’offerta di assistenza extra-ospedaliera: dalle risultanze del Sistema informativo sanitario si evidenzia, ad esempio, come l’assistenza residenziale per gli anziani sia a livelli di eterogeneità tra le regioni tali da registrarsi oltre 2.000 posti ogni 10 mila anziani in Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Province di Trento e Bolzano da un lato e meno di 100 posti nelle grandi regioni del Mezzogiorno – Campania, Puglia e Sicilia – dall’altro».
In queste condizioni «di estrema differenziazione dell’offerta», fa notare Sacconi, «è difficile immaginare che investimenti non sistemici su alcuni aspetti previsti dalla precedente intesa» possano «produrre risultati». Secondo il ministro, poi, le risorse nazionali devono essere «anche occasione per lo sviluppo di innovazione e sperimentazione nel campo delle politiche in favore delle persone non autosufficienti, al fine di evitare fenomeni purtroppo ancora frequenti di istituzionalizzazione, o per promuovere interventi in aree che rischiano di non avere l’attenzione necessaria come nel caso del supporto alle famiglie delle persone in stato vegetativo o in condizione di disabilità estrema oppure per innovare e rafforzare l’intervento all’insorgere di patologie quali l’Alzheimer». «È sulla base di queste considerazioni» – prosegue Sacconi – «che siamo pronti a discutere una proposta di riparto delle risorse del Fondo 2010 che, mantenendo gli stessi criteri del triennio precedente, modifica però gli utilizzi nella speranza che ci sia una condivisione da parte delle Regioni e Province autonome e si possa raggiungere una rapida intesa in sede di Conferenza Unificata». Sacconi richiama infine «l’attenzione delle Regioni sulla designazione del 2010 quale Anno Europeo della lotta alla povertà ed esclusione sociale. Questa priorità della Unione Europea è richiamata al fine di proporre alle Regioni che le risorse ripartite col Fondo in questa annualità siano per quanto possibile destinate agli interventi di chi vive condizioni di maggiore deprivazione ed esclusione, in particolare nelle aree quindi della povertà estrema, dell’inclusione sociale degli immigrati, dell’accoglienza dei minori fuori della famiglia di origine, inclusi i minori stranieri non accompagnati, favorendo forme di supporto inclusive quali l’affidamento familiare».
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