Cultura

Sacconi: Abbiamo un numero disoccupati inferiore alla media UE

Il ministro, commentando i dati IStat sulla disoccupazione sottolinea come il dato sia inferiore a quello di gran parte dei Paesi industrializzati, come testimonia il tasso di disoccupazione al 7,4% (lontano dalla media UE 15 dell’8,8%

di Redazione

La rilevazione Istat sulle forze di lavoro, per il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi evidenzia due aspetti: da un lato l’impatto della crisi sugli occupati è manifestamente inferiore a quello di gran parte dei Paesi industrializzati, come testimonia il tasso di disoccupazione al 7,4% (ancora lontano dalla media UE 15 dell’8,8%, dell’Eurozona del 9,5% e lontano anche dal 18% della Spagna). Il dato peraltro è ancora molto lontano da quello registrato nella precedente crisi del 1993-94, quando ammontava all’11%); dall’altro la crisi conferma i cronici ritardi del mercato del lavoro italiano che le riforme Treu e Biagi avevano avviato a soluzione.

In particolare, si conferma il divario Nord-Sud, l’inattività di molte donne nel Mezzogiorno, l’intrappolamento di molti giovani sotto i 25 anni in percorsi educativi troppo lunghi e poco utili alla loro occupabilità.

In termini congiunturali peggiora soprattutto l’occupazione dei lavoratori autonomi che, soprattutto quando giovani, necessitano di opportunità formative per riposizionarsi nel mercato del lavoro.

L’analisi della rilevazione sui fenomeni di “scoraggiamento” che possono indurre alcuni a rinunciare ad offrirsi nel mercato del lavoro può essere in parte spiegata, soprattutto nel Mezzogiorno, da forme di lavoro nero non sempre intercettate dall’indagine campionaria.

Essi comunque nulla tolgono alla comparabilità dei dati con quelli di altri Paesi interessati alla comune metodologia Eurostat.

A fronte di tutto ciò, il Governo ha risposto tempestivamente e con robuste risorse finanziarie sia attraverso gli strumenti ordinari, sia attraverso gli ammortizzatori in deroga, stanziando complessivamente e ad oggi risorse per 32 miliardi di Euro.

Ciò ha permesso, come ha recentemente rilevato il CNEL, di non sprecare capitale umano di 800 mila persone, che altrimenti sarebbero rimaste disoccupate.

 La Legge finanziaria approvata oggi conferma queste risorse finanziarie e garantisce che nessuno sarà lasciato privo di ammortizzatori sociali.

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