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S come storie di ricerca, S come sociale

Gilead Sciences assegna 58 premi per un totale di 1,5 milioni di euro in finanziamenti a progetti di enti di ricerca e del Terzo settore. Dal 2011 sono stati selezionati 669 iniziative di ricerca e prevenzione, ma anche di assistenza per i pazienti. La S di Social nell'acronimo della sostenibilità del gruppo farmaceutico

di Alice Rimoldi

«Celebriamo il passato ma non scordiamoci di immaginare il futuro» esorta il giornalista e autore Pablo Trincia, tra le persone che si avvicendano sul palco dell’Auditorium Testori a Milano, nel palazzo della Regione. Nel Palazzo Lombardia, giovedì 17 ottobre, la società biofarmaceutica Gilead ha premiato 58 progetti scientifici innovativi, che grazie ai fondi assegnati – 1,5 milioni di euro – permettono a molti di immaginare davvero il futuro.

Per il tredicesimo anno consecutivo Gilead ha selezionato, con due Commissioni di esperti, i vincitori del Fellowship Program e del Community Award Program.

Il primo premia i progetti realizzati nei centri di ricerca e di cura pubblici e privati. I vincitori sono 25 e i campi d’azione spaziano dall’Hiv alle patologie del fegato, dalle infezioni fungine invasive alle patologie oncologiche ed oncoematologiche. Il Community Award è dedicato invece ad associazioni di pazienti ed enti del Terzo Settore che operano per assistere e migliorare la qualità di vita dei pazienti, ma anche per promuovere la prevenzione. I premiati in questo caso sono stati 33. Altri progetti sono stati selezionati come esempi di Coinvolgimento attivo del paziente, di Innovazione Social Friendly, di Growing horizons e per il premio speciale all’etica dedicato a Mauto Moroni. I vincitori provengono da tutta Italia, dall’Università della Campania alla monzese EpaC Ets, dalla Istituto di Medicina Solidale Onlus di Roma a alle Opere Caritative Francescane di Ancona all’associazione Tumori Toscana alla Onlus siciliana Terra Amica.

Fare la storia


“Storie che fanno la storia” è lo slogan di quest’anno. Proprio per questo sul palco ha parlato Trincia, che le storie – storie vere – le racconta di lavoro. Ma sono storie anche quelle narrate in silenzio dalle illustrazioni di Ale Giorgini, che in angolo le ridisegnava in diretta per il pubblico in sala. Sono storie soprattutto quelle dietro a tutti i progetti premiati: quella di Mamadou che fa il mediatore culturale nell’ambulatorio per migranti a Castelvolturno, quella di un uomo che ha scoperto per caso di aver contratto l’Hiv in un provvidenziale check point nelle Marche e quelle di coloro che hanno vissuto sulla propria pelle quelle malattie per le quali ora implementano progetti di ricerca e prevenzione.

Pablo Trincia presenta l’evento

Sono storie di collaborazione, come sottolineano i partner istituzionali. Sono storie di scienza, come racconta “la rockstar della fisica” Gabriella Greison. Sono storie di cittadinanza sottolinea Teresa Petrangolini, fondatrice di CittadinanzAttiva, citando il ruolo attivo del cittadino per gli interessi del Paese a cui richiama l’articolo 118 della Costituzione.

E se Yasmina…

Sono storie che mostrano com’è progredita la ricerca scientifica. Ma con uno sguardo al futuro, al miglioramento sempre possibile. Pablo Trincia immagina che proprio questa sera una bimba, Yasmina, scopra dell’assegnazione del Nobel per la medicina e la fisiologia di qualche giorno fa e che questo la porterà pian piano ad appassionarsene, spinta anche dal desiderio di poter salvare il fratellino affetto da sclerosi. Si diplomerà, conseguirà la laurea in medicina e un dottorato di ricerca. Le serviranno fondi per i suoi progetti, forse parteciperà ad un bando Gilead, «Buon viaggio Yasmina, ci vediamo qui tra 22 anni».

La foto in apertura, con le associazioni e gli enti premiati sul palco, è dell’autrice; quella nel corpo del testo, con Pablo Trincia, dell’ufficio stampa Gilead.

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