Welfare

Rwanda: Un soggiorno per ricostruire insieme

Una delegazione della provincia di Roma guidata dalla vice presidente Rosa Rinaldi si è recata in Rwanda per le commemorazioni del genocidio rwandese

di Joshua Massarenti

Era dal 1994 che non vedevano una delegazione ufficiale internazionale avventurarsi dalle loro parti. Un lungo e interminabile digiuno interrottosi ieri con la visita della Vice presidente della provincia di Roma Rosa Rinaldi, decisa ?a capire le condizioni di vita sociali ed economiche di chi sta lontano dalla capitale Kigali?. Per le autorità della provincia di Kibungo, una delle aree più emarginate del Rwanda a circa 100 km ad est di Kigali, l?arrivo di omologhi occidentali è stato assimilato ?ad una vera e propria resurrezione pasquale per chi rappresenta un?area territoriale molto precaria sul piano socio-economico in uno tra i paesi più poveri del mondo?. A parlare con voce emozionata è lo stesso prefetto della provincia di Kibungo, John Kimyioto, noto tra i suoi più fedeli collaboratori ?per essere una persona molto riservata e poco incline a lasciar trasparire le sue emozioni?. Una ?visita storica? quindi che ha visto l?amministrazione locale accogliere la delegazione romana con tutti gli onori che merita una rappresentanza ufficiale occidentale, seppur di dimensione locale. ?Mai mi sarei immaginato un?accoglienza simile? ha voluto sottolineare una Rinaldi profondamente toccata ?dalla dignità delle persone incontrate? al termine di una giornata che ha visto le autorità locali accompagnare i rappresentanti delle provincia di Roma nei luoghi più nevralgici di Kibungo. A partire dal sito della memoria dedicato alle oltre 15.000 vittime, uomini e donne, bambini ed anziani, massacrate durante il genocidio del 1994 da un regime estemista e criminale Hutu.
?A dieci anni della tragedia, stiamo cercando con enorme fatica a ricostruire una provincia totalmente devastata dal genocidio? spiega il prefetto di Kibungo. Da parte sua, la delegazione romana si è recata in quella provincia per capire assieme alle autorità locali i settori prioritari nei quali investire risorse umane e finanziarie. Forte delle sue deleghe sulla tutela ambientale, la cultura e la formazione professionale, la Rinaldi ha voluto sottolineare la sua volontà ?a voler offrire le proprie competenze in modo possibilmente compatibile con le richieste fatte dalle autorità amministrative e dai rappresentanti della società civile e religiosa di Kibungo?. Pronta è stata la risposta del vescovo della città: ?qui abbiamo bisogno di tutto e in qualsiasi campo: dalla buona gestione dell?acqua alla deforestazione, passando per la formazione di giovani e la scolarizzazione, senza contare gli investimenti nel campo agricolo e nella piccola industria di trasformazione?. In realtà, qualcosa a Kibungo è già stato seminato. Un accordo d?interscambio è stato siglato pochi mesi fa tra l?Università locale e l?Università Roma Tre. Promotrice dell?accordo, Michela Fusaschi, antropologa di spicco nel panorama scientifico italiano (è l?autrice di Hutu Tutsi. Alle radici del genocidio rwandese) e presente nella delegazione romana che si è recata in Rwanda, secondo la quale ?la visita di una serie di professori provenienti dall?università romana, nonché gli scambi paritari previsti in ambito di ricerca, dovrebbero in qualche modo motivare i rapporti di cooperazione tra l?Italia e il Rwanda?.
?Questo popolo ne ha terribilmente bisogno? asserisce la Vice presidente della provincia di Roma. Per poi spiegare le motivazioni che l?hanno condotta in Rwanda: ?bisogna risalire alle numerose iniziative culturali e politiche che la Provincia di Roma ha promossa negli ultimi mesi sulla memoria, i genocidi e gli odii razziali?. La Shoah ?è stato il primo evento storico affrontato. Ma dal genocidio degli ebrei, il passo è stato breve per prendere in seria considerazione il genocidio dell?età contemporanea: quello dei rwandesi Tutsi?. Su sollecitazione di Antonio Calbi, vice direttore del Teatro Eliseo prersente nel soggiorno rwandese, ?abbiamo deciso di finanziare la tournée prevista per settembre prossimo dello spettacolo Rwanda94 a Roma?. E proprio alla vigiglia della commemorazione del 7 aprile scorso, la delegazione della provincia di Roma si era recata a Butare (sud del paese) per vedere la prima assoluta dello spettacolo in Rwanda. ?E? stato un evento molto emozionante? spiega la Rinaldi, che ricorda come ?tra i circa 1500 rwandesi presenti in sala, vi erano 42 sopravissute. Non potrò mai dimenticare le lacrime, i piantri e le urla di queste donne durante la rappresentazione?. Scene simile la Vice presidente le ha riviste il giorno successivo tra gli spalti dello stadio Amahoro di Kigali nel corso delle celebrazioni ufficiali organizzate dalle autorità rwandesi e in larga misura disertate dalla Comunità internazionale.
Per controbilanciare volens nolens questa assenza, Rosa Rinaldi ha molteplicato gli incontri con tutta una serie di protagonisti del mondo politico e amministrativo rwandesi, nonché il mondo associativo locale, tra cui: il ministro della cultura Robert Bayigamba, la vice presidente di Ibuka ? una fra le più importanti associazione di sopravissuti del genocidio, cooperanti della Croce Rossa Internazionale ecc. ?Questo è stato solamente un viaggio di ricognizione. Un modo per instaurare i primi contatti con alcune realtà locali. Ora?, ha concluso la Rinaldi prima di tornare a Roma, ?sarà il momento di valutare le proposte che ci sono state fatte e scegliere quelle che ci sembrano le più fattibili. Le nostre forze sono poche, ma la ricostruzione di questo paese passa anche per progetti piccoli e concreti. Almeno lo voglio sperare?.

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