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Ruth Bader Ginsburg: una vita al servizio della parità di genere

"Attraverso la sua determinazione sono state scritte importanti pagine dei diritti delle donne nella Costituzione degli Stati Uniti d’America e sono stati fatti numerosi passi in avanti nell’equiparazione dei due sessi. Il mondo oggi ha sempre più bisogno di donne come Ruth che con la loro tenacia possano gettare il cuore oltre l’ostacolo"

di Regina Catrambone

Lo scorso 18 settembre la vita terrena di Ruth Bader Ginsburg, giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti, si è spenta. Ma ciò che nessuno riuscirà a spegnere sono le lotte che questa paladina per l’uguaglianza di genere ha portato avanti. La sua vita, infatti, è per tutte noi fonte di ispirazione.

Dalla fondazione del Women’s Rights Project presso l’American Civil Liberties Union, organizzazione no profit che si occupa di difendere i diritti civili e le libertà costituzionali, all’impegno prima come avvocato e poi come giudice della Corte Suprema per sconfiggere la discriminazione basata sul sesso, Ginsburg ha segnato la difesa della donna negli USA.

Grazie alla sua determinazione sono state scritte importanti pagine dei diritti delle donne nella Costituzione degli Stati Uniti d’America e sono stati fatti numerosi passi in avanti nell’equiparazione dei due sessi. Il mondo oggi ha sempre più bisogno di donne come Ruth che con la loro tenacia possano gettare il cuore oltre l’ostacolo. La sua forza mi ricorda quella di altre donne che combattono per i propri diritti, come l’iraniana Nasrin Sotoudeh, e delle donne che ogni giorno devono affrontare umiliazioni, violenze e torture. La loro forza è quella che ho visto nelle donne Rohingya che hanno provato a salvare la vita dei propri figli mettendo a repentaglio la propria. Ed è anche quella delle donne salvate nelle acque del Mediterraneo che, aggrappate a quel che resta di un barcone, pregano per la salvezza dei propri figli.

Oggi, ancora una volta, dovremmo mostrare la nostra gratitudine a tutte quelle donne che, sia nel loro piccolo nido familiare, che pubblicamente, hanno speso le loro energie per permetterci di godere di diritti fondamentali precedentemente non riconosciuti. E non possiamo ignorare le drammatiche situazioni di tutte quelle bambine, spesso appena nate, che in alcuni Paesi del mondo vengono uccise o abbandonate per il semplice fatto di appartenere al sesso femminile. Mi vengono in mente le stragi delle bambine in Asia, la soppressione dei feti di sesso femminile, il rogo di giovani donne. E penso anche alla tragica vicenda di Nusrat, bruciata viva in Bangladesh lo scorso anno dopo essersi rifiutata di ritirare la denuncia delle molestie sessuali subite dal preside della scuola che frequentava. E ancora a tutte quelle bambine che non hanno alcun accesso all’educazione in diverse parti del mondo.

In Europa e, in particolar modo in Italia, nonostante gli importanti passi in avanti, non dobbiamo dimenticarci delle discriminazioni nel mondo del lavoro, della disparità salariale, del numero esiguo di donne nelle cariche decisionali e, soprattutto, dei femminicidi, troppo spesso perpetrati da familiari e compagni. Mi viene in mente quanto accaduto nel marzo del 2019 nella mia città, Reggio Calabria, dove una donna, Maria Antonietta Rositani, ha rischiato la propria vita a seguito del tentativo da parte del marito di ucciderla gettandole addosso della benzina e dandole fuoco. E a tutte quelle donne vittime di violenza che non vengono protette dalle istituzioni e che diventano vittime dei loro aguzzini.

Come Ruth negli USA, tante donne in Italia hanno contribuito, con il loro impegno, a ottenere grandi risultati. Esempi del mondo della cultura e della scienza, come Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina nel 1986, che, oltre ad avere ottenuto importanti risultati in ambito scientifico, ha sostenuto l’importanza dell’istruzione femminile in un’Italia che non era ancora così emancipata.

O ancora il contributo della Senatrice Liliana Segre che con la propria memoria storica mette a disposizione dei più giovani, attraverso gli incontri nelle scuole e nelle università e in Parlamento, la saggezza di una donna che ci ricorda le barbarie del nazismo e del fascismo affinché non si ripetano. Le giovani ragazze di oggi nutrono un grande debito nei confronti di tutte quelle donne che si sono battute in prima linea per il riconoscimento del diritto al voto, del diritto al divorzio e del diritto all’aborto, possibilità ottenute soltanto nella storia più recente.

Oltre all’impegno femminile, però, è necessaria una presa di coscienza da parte del mondo maschile della parità donna-uomo. Soltanto unendo le nostre forze potremo continuare sulla strada del progresso. L’uguaglianza di genere è ancora lunga e tortuosa, sia in Occidente che negli Stati più poveri, ma ciascuno di noi, ogni giorno, è chiamato a contribuire, a mettere il proprio tassello per creare un presente in cui le donne possano davvero essere libere, come Ruth ci ha dimostrato.

*Regina Catrambone è co-fondatrice e direttrice Moas

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