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Rutelli. Il pacifismo democratico è amore per la libertà
Il presidente della Marghertia presenta il congresso e critica i "pacifisti a senso unico, che si dimenticano di Cuba e della Cecenia". E aggiunge: "La forza può servire"
di A. Capannini
Mentre continuano le divisioni e i ‘distinguo’ all’interno del centrosinistra sulla questione Iraq, Francesco Rutelli esprime una posizione sul carattere del ‘pacifismo’ che, suggerisce, a volte puo’ apparire “unilateralismo” pacifista. Nell’elenco dei temi congressuali in cui si articola la proposta che Rutelli portera’ al Congresso della Margherita c’e’ – come riferisce La Stampa – un interrogativo: “Se tutti hanno il diritto di definirsi pacifisti, e’ giusto accettare politicamente che alcuni si facciano scudo dietro questa definizione mentre portano avanti scelte inaccettabili?”. Secondo il leader della Margherita, “Oggi e’ il tempo di contrastare culturalmente chi si definisce pacifista ma non sconfessa il terrorismo mediorientale, non contrasta regimi dittatoriali che si rifanno ad ideologie totalitarie, chiude gli occhi sui crimini e le violazioni dei diritti umani a Cuba come in Cecenia”. Rutelli si rifa’ alla Carta costituzionale e spiega: “la nostra Costituzione non esclude l’uso della forza, non e’ improntata a un pacifismo assoluto. Esclude la forza in chiave nazionalista” ma , aggiunge, “non esclude l’uso della forza in presenza di palesi e accertate violazioni dei diritti fondamentali dell’uomo”. Rutelli tuttavia continua a ritenere “sciagurata” la guerra in Iraq. Ai pacifisti “indifferenti ai crimini” vuole pero’ dire che “il pacifismo democratico e’ amore per la liberta’ e costruisce la pace non a prescindere dalla liberta’, ma con la liberta’”.
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