Russo (Anci): «Un errore escludere i Comuni dalla programmazione»

«La riforma del welfare è necessaria. Ma è impensabile farla senza chi lavora sul territorio con i cittadini». È categorico Raoul Russo, assessore alle Politiche sociali a Palermo e delegato Anci per il Welfare. La legge delega sull’assistenza se l’è letta e riletta, ne ha discusso all’assemblea dell’Anci a Brindisi a inizio ottobre, e di una cosa si è convinto: «Il governo non può presentare la delega, e basta. Deve discuterne prima con le Regioni e i Comuni». Torniamo indietro, assessore. Che ne pensa dell’impianto della riforma? «Sono un federalista», risponde Russo (che viene da Alleanza Nazionale). «Per me le decisioni sull’assistenza si devono prendere sul territorio. Ogni territorio è diverso e dà risposte diverse. D’accordo con le razionalizzazioni, d’accordo anche con la revisione dell’Isee e delle non autosufficienze, o il fondo per le indennità di accompagnamento. Ma sono tutti temi che attengono gli enti locali, in primis i Comuni».
E per lei i Comuni sono stati tagliati fuori dall’ideazione della riforma… «Certo. Col rischio per il governo di essere incoerente: parla di decentramento, di anagrafe del bisogno, e poi esclude l’architrave del welfare italiano, il Comune, dalle decisioni». E le Regioni, assessore? Gestiscono la sanità… «Ma il welfare non è solo sanità. Ci sono gli interventi di assistenza domiciliare, le prestazioni agganciate al reddito, i centri socioeducativi… e poi le Regioni fanno già programmazione. Non vorrei che si passasse da un centralismo statale a un centralismo regionale». Alcuni accusano i Comuni di mancanza di coordinamento con Inps e Regioni. Da delegato Anci come risponde? «Il problema esiste», concede Russo. «È necessario trovare momenti di raccordo, ma si deve anche costruirli insieme. Va bene discutere sui massimi sistemi, ma i problemi emergono nei passaggi concreti. Di questi bisognerebbe parlare».