Nuovi guai in vista per le ong internazionali che operano in Russia. Ieri il presidente Putin ha infatti annunciato che la normativa russa che le riguarda (già contestata perché restrittiva dei diritti di libera associazione) sarà ulteriormente “corretta” per evitare che fornisca “scappatoie” per chiunque tenti di difendere interessi di altri paesi in Russia.
L’annuncio è stato dato durante una riunione del Consiglio federale russo, a cui partecipano rappresentati di 89 stati, e che ha il potere di discutere ed eventualmente rigettare qualunque progetto di legge della Duma. L’argomento ong è stato sollevato dal presidente della Commissione costituzionale in seno al Consiglio, Andrei Klishas, che ha citato senza mezzi termini il caso dei disordini in Ucraina come spunto per rivedere la legge sulle ong. “Sappiamo che alcune ong straniere hanno finanziato città ucraine”, ha detto Klishas, “nelle quali si sono poi verificati episodi di violenza”.
“Le ong sono una parte importante della società civile e molte persone per bene che vi lavorano svolgono importanti funzioni”, ha concesso Putin nella replica, “tra le quali quelle di evidenziare errori ed omissioni compiuti dalle autorità e proteggere l’interesse dei cittadini. Ma allo stesso tempo”, ha aggiunto il presidente russo, “è necessario migliorare le regole e le norme di legge che le riguardano, soprattutto in relazione alla nozione di ‘attività politica’ svolta da alcune ong, in modo da evitare che chi non fa politica possa passare per agente straniero”.
La preoccupazione di Putin però non si ferma qui: “E’ necessario inoltre cancellare ogni scappatoia per chi invece non tutela gli interessi della Russia ma al contrario tutela gli interessi di paesi stranieri all’interno della Russia stessa”, ha concluso. “Quindi dobbiamo riflettere su tutti questi aspetti e prendere delle decisioni per migliorare le regole e le leggi. Con calma e tranquillità”. Non è chiaro però se da oggi le ong in Russia si sentano effettivamente più tranquille.
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