Welfare

Russia, precipita la crisi sulla libertà di stampa

Il controllo dello Stato esteso anche al quotidiano Segodnya e al settimanale Itogi

di Gabriella Meroni

Precipita la crisi dei media in Russia dove la liberta’ di stampa appare sempre piu’ minacciata con l’estendersi del controllo dello Stato, attravero la Gazprom-Media, al quotidiano Segodnya e al settimanale Itogi, altri due organi di stampa cresciuti sotto l’ombrello del gruppo Media-Most di Vladimir Gusinsky. Dopo lo sblocco del braccio di ferro sull’emittente televisiva NTV, con i nuovi dirigenti della Gazprom insediati e la maggior parte dei giornalisti storici di quella che veniva considerata l’unica rete tv indipendenti fuori, autori di un telegiornale ‘clandestino’ ospitato da un’altra rete televisiva di Media-Most, la TNT, ieri sera e’ stato costretto a chiudere il quotidiano liberale moscovita Segodnya, quando il giornale di oggi era pronto ad andare in stampa, mentre i giornalisti del settimanale Itogi sono stati bloccati alle porte della redazione. La casa editrice Sette giorni ha chiesto alla redazione di Itogi, che aveva avviato da tempo un rapporto di partnership con l’americano Newsweek, di presentare le dimissioni, precisando che comunque verranno operati dei tagli del personale. Il direttore, Sergei Parkhomenko, e’ stato licenziato, ma ha assicurato di essere pronto a fondare una nuova rivista. La sezione media del colosso dell’energia, la Gazprom-Media avrebbe acquisito sufficienti azioni della casa editrice di Segodnya, la Sem Dnei, (Sette giorni) per controllarla. Il direttore del giornale, Mikhail Berger e’ stato licenziato in tronco. Il personale giornalistico e’ stato costretto a prendere due settimane di ferie. Ieri il Presidente della casa editrice Sette giorni, Dmitri Biryukov aveva ordinato di bloccare l’invio del giornale alle stampe. ”Ha reso un gran servizio al Cremlino eliminando una voce critica -ha denunciato Berger- quanto sta accadendo a NTV e’ connesso a quanto succede da noi”. Nel frattempo, la guardia di finanza russa ha incriminato per evasione fiscale Yelena Mitlikina, direttore amministrativo della rete televisiva TNT che ha ospitato i giornalisti di NTV che non hanno accettato la nuova proprieta’ e che dalla redazione vicina trasmettono i loro programmi. Anche TNT era di proprieta’ di Media Most. Un’accusa simile dovrebbe essere formulata nelle prossime ore anche contro il direttore generale di TNT, Pavel Korchaghin, secondo quanto ha denunciato il legale del personale della rete. Dieci giorni fa Vladimir Gusinsky, il proprietario di Media-Most accusato di frode e in attesa di un mandaot di estradizione dalla Spagna, aveva avviato negoziati con Boris Berezovsky per la fusione della rete con la TV6 di proprieta’ dell’altro oligarca caduto in disgrazia al Cremlino. L’ex direttore generale di NTV, Yevgheny Kiselyov, aveva dichiarato di aver accettato la proposta di guidare la TV6. Il portavoce del Cremlino, Mikhail Lesin, ha respinto ogni responsabilita’ per quanto sta accadendo. ”Non interferiamo -ha dichiarato- con l’attivita’ delle imprese private”.


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