Formazione

Russia: morto Aleksandr Iakovlev, ideologo della perestroika

Fu uno dei più stretti collaboratori di Gorbaciov

di Chiara Brusini

La notizia e’ stata data dal secondo canale della tv di Stato russa, la quale ha precisato che la morte e’ avvenuta al culmine di una lunga malattia. Nato nel dicembre 1923 da una famiglia contadina nella regione di Iaroslavl, Iakovlev aveva combattuto giovanissimo nella II guerra mondiale, durante la quale era stato ferito e decorato. Laureato in storia, aveva in seguito intrapreso la carriera di funzionario del partito e dello Stato, ricoprendo tra gli altri incarichi di responsabilita’ nel dipartimento propaganda, cultura e informazione del comitato centrale del Pcus e scrivendo discorsi per i massimi leader del Paese fin dagli anni ’60. Promoveatur ut amoveatur all’inizio degli anni ’80, fu allontanato da Mosca poiche’ in fama di ‘liberale’ e nominato ambasciatore sovietico in Canada. Un mezzo esilio da cui venne richiamato solo dopo l’ascesa al Cremlino di Gorbaciov, del quale Iakovlev divento’ rapidamente uno dei piu’ stretti collaboratori. Considerato l’ideologo della glasnost (trasparenza) e della perestroika (ristrutturazione), fu uno degli alfieri piu’ decisi e coerenti del progetto di riforma avviato in quegli anni. Divenuto di fatto numero due del Cremlino, non esito’ a rompere politicamente con Gorbaciov (seppure mantenenendo un buon rapporto personale) nell’aprile del 1991, quando ritenne che questi stesse facendo eccessive concessioni alla nomenklatura piu’ conservatrice. In quei giorni Iakovlev, stracciata la tessera di partito, denuncio’ il rischio di un golpe nostalgico, destinato a materializzarsi puntualmente quattro mesi dopo (agosto ’91) e sconfitto solo grazie alla resistenza popolare raccoltasi attorno a Boris Ieltsin. Il successivo cambio della guardia tra Gorbaciov e Ieltsin al Cremlino, al momento della caduta definitiva del regime comunista, vide Iakovlev in veste di garante. In seguito, nella Russia post-sovietica, l’anziano accademico non avrebbe risparmiato opinioni critiche su taluni aspetti della turbinosa stagione ieltsiniana, riconoscendo tuttavia meriti di fondo al successore di Gorbaciov. Lo stesso Ieltsin lo volle dal canto suo al vertice della nuova tv di Stato (per un breve periodo) e poi alla guida della neocostituita Commissione presidenziale per la riabilitazione delle vittime delle repressioni comuniste. Ormai fuori dalla politica attiva, Iakovlev ha mantenuto quest’ultimo incarico anche negli ultimi anni, seguitando a impegnarsi per far emergere la verita’ sulla storia sovietica e mettendo in discussione con documenti e pubblicazioni non solo le colpe di Stalin, ma pure quelle di Lenin. Al contempo, non ha mancato di far sentire ancora di recente la sua voce di coscienza critica del Paese, denunciando con crescente amarezza il pericolo di un arretramento della Russia sulla strada della democrazia, sotto la presidenza di Vladimir Putin, e tentativi di insabbiamento della sua memoria storica.


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