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Russia, mini-golpe del mercenario. Putin rischia?
Yevgeny Prigozhin, a capo della milizia militare privata Wagner, invita alla rivolta e prende il controllo di Rostov, nella regione del Don. Putin annuncia punizioni. A Kiev si pronostica il collasso del dittatore del Cremlino. AGGIORNAMENTO DELLE 23,50: COLPO DI STATO NON CI SARA'. Accordo grazie alla Bielorussia: la marcia su Mosca si ferma, il capo dei rivoltosi si ritira a Minsk, i suoi soldati, perdonati, possono tornare in Ucraina. Ma il presidente russo appare indebolito
Che succede in Russia? Nella tarda sera di ieri, Yevgeny Prigozhin, a capo della milizia militare privata Wagner, aveva reagito duramente, con una dichiarazione video, all'annuncio di una condanna da parte di un tribunale militare.
Il personaggio però non è nuovo a dichiarazioni critiche verso i vertici militari russi per la conduzione del conflitto ucraino, per cui gli osservatori internazionali non hanno dato eccessivo peso alla sortita.
Nelle ore successive, però, la situazione si è andata complicando, con un appello dei comandi militari del Cremlino alle truppe mercenarie, affinché disattendessero gli ordini del loro comandante.
Un passo che potrebbe aver spinto Prigozhin a ordinare l'offensiva nella città di Rostov, nell'area del Don, occupando il quartier generale della polizia e denunciando, successivamente, che Mosca avrebbe bombardato i suoi accampamenti nelle aree di guerra in Ucraina
Si è in breve entrati in una fase di guerra civile, la cui entità è ancora da chiarire. Tanto però da obbligare Putin ad apparire in pubblico in un discorso televisivo, assicurando la punizione dei responsabili.
Intanto in Ucraina (vedi tweet sopra di un profilo filo-governativo), si parla apertamente di "collasso russo" e si legge il mini-golpe del mercenario come inizio di un effetto domino che potrebbe portare il dittatore russo a cadere.
AGGIORNAMENTO 23,50: IL GOLPE NON CI SARA'
Il colpo di Stato non ci sarà. L'esercito privato di Prigozhin si ferma a 200 chilometri circa dalla capitale. La trattativa condotta dal leader bielorusso Aljaksandr Lukašėnka offre al Cremlino e al mercenario insorto la soluzione: graziato il capo della Wagner, suo ritiro a Minsk, nessuna conseguenza per gli insorti che starebbero ripiegando verso l'Ucraina. Secondo alcune fonti, l'accordo prevederebbe un gesto politico concreto da parte di Putin come la rimozione di almeno uno dei due "bersagli" di Prigozhin, il ministro della Difesa Sergei Shoigu e Il capo di stato maggiore dell’esercito Valery Gerasimov.
«Torniamo indietro per non spargere sangue russo», ha detto il capo della milizia privata. Sicuramente sparso quello di una trentina di caduti nelle scontri che si sono registrati nella marcia su Mosca.
Putin appare indebolito alla fine di questa giornata, iniziata con la condanna in tv del ribelle, proseguita con l'avanzamento delle milizie, quasi senza nessun ostacolo, da Rostov sull'autostrada verso la capitale, e terminata con la mediazione dell'alleato e il pubblico perdono del golpista.
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